La parola è “preservare”. Parliamo di fertilità, e in particolare di quella di circa 5 mila donne che ogni anno si trovano ad affrontare una malattia oncologica prima dei 40 anni, quando potrebbero ancora diventare madri. E parliamo, anche, di preservare la funzionalità delle ovaie: una donna che non abbia il desiderio di avere figli dopo il tumore, potrebbe comunque evitare la menopausa precoce, con tutte le conseguenze psico-fisiche che questo comporta. A volte, infatti, le terapie (in particolare le chemioterapia e la radioterapia alle ovaie) compromettono l’apparato riproduttivo, ma esistono tecniche e farmaci che lo possono salvaguardare. Qual è il percorso che le giovani pazienti oncologiche possono intraprendere oggi in Italia? È semplice accedervi? E quali sono i centri specializzati in oncofertilità a cui queste pazienti possono rivolgersi? Proviamo a rispondere.
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