A più di un mese dal fallimento di Beagle 2, sbuca dai cassetti governativi britannici un rapporto del 2004 che denunciava i limiti tecnici della sonda smarrita su Marte. L’indagine, coordinata da Rene Bonnefoy, ispettore generale dell’Esa, denunciava i limiti strutturali di Beagle 2 e ipotizzava diversi scenari di fallimento della missione nel momento dell’atterraggio sul pianeta rosso. In sostanza, sosteneva che non doveva nemmeno partire. Il rapporto, come rivela il settimanale New Scientist fu commissionato dal governo britannico e dall’agenzia spaziale europea (Esa) e consegnato nell’aprile dello scorso anno, ma il governo decise di non rendere pubblico il rapporto sostenendo che al suo interno vi erano informazioni non divulgabili per tutelare la riuscita della missione. Uno dei collaboratori della missione, Colin Pillinger dell’Open University di Milton Keynes, denuncia che all’interno del rapporto, da lui letto solo pochi giorni fa, non vi è nessun tipo d’informazione secretabile, ma sono riportati dati imbarazzanti sul ruolo nella missione del governo britannico e dell’Esa. (b.s.)
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