Categorie: Spazio

Un mini-pianeta di periferia

E’ appena calato, almeno nell’emisfero nord, il sipario sulla cometa Hale-Bopp che per parecchie settimane ha tenuto milioni di persone a naso in su per scrutare il cielo. Ma per uno spettacolo che finisce, un altro sta per cominciare. Questa volta riservato agli astronomi dotati di potenti telescopi, ma non per questo meno interessante. Il gruppo guidato da Jane Luu, astronoma dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Usa), ha annunciato dalle pagine di Nature la scoperta nel Sistema Solare di un oggetto finora sconosciuto. Si tratta di un “planetoide” piccolo e molto lontano, che viaggia ai confini del Sistema Solare, oltre l’orbita di Nettuno e ai limiti di visibilità degli strumenti. Ma le caratteristiche della sua orbita sono molto particolari e potrebbe essere il primo di una nuova classe di oggetti celesti finora sfuggiti alle osservazioni degli scienziati.

La regione che si estende tra le orbite di Nettuno e Plutone, gli ultimi due pianeti del Sistema Solare, sono piuttosto interessanti per gli studiosi. Lì sono infatti accumulati molti dei corpi celesti più piccoli che non si sono mai aggregati fino a formare un pianeta, confinati in quelle zone dal gioco delle forze gravitazionali dei pianeti maggiori. Sono i circa 40 oggetti che costituiscono la cosiddetta “cintura di Kuiper”. Nelle estreme profondità del Sistema, distanti dal Sole 50 mila volte più della Terra, si estende invece la nube di Oort: un ammasso sferico di piccoli oggetti che, secondo molti astronomi, potrebbe essere il “serbatoio” da cui partono le comete per il loro lungo viaggio verso il Sole.

Il nuovo planetoide, che non è ancora stato battezzato e viene identificato con il numero di catalogo 1996TL66, ha caratteristiche del tutto particolari. La sua orbita, al contrario di quelle quasi circolari degli altri oggetti della cintura di Kuiper, è decisamente ellittica. Se nel punto più vicino al Sole passa a “sole” 35 unità astronomiche dalla nostra stella, cioè a una distanza 35 volte maggiore della Terra, nel punto più lontano si spinge oltre le 130 unità astronomiche. Molto al di là di Plutone e della cintura di Kuiper. Inoltre questa massa, dal diametro di 490 chilometri e pesante 100 mila volte meno della Terra, descrive una traiettoria inclinata di ben 24° rispetto a quella dei pianeti. Insomma, se all’inizio Luu e i suoi colleghi pensavano di dover aggiungere un componente alla cintura di Kuiper, man mano che i dati si accumulavano hanno dovuto ricredersi.

Ma ancora più interessante è il fatto che 1996TL66 potrebbe essere solo il primo di una nuova classe di oggetti celesti. Infatti il planetoide è stato scoperto osservando una porzione piuttosto piccola della volta celeste. “A meno di non essere stati stranamente fortunati”, scrivono gli astronomi, “dovrebbero esserci almeno 800 oggetti di questo tipo osservabili estendendo le osservazioni all’intera eclittica”. E la stima potrebbe rivelarsi molto prudente: con telescopi più potenti, la nuova “famiglia” potrebbe aumentare fino a 6.400 membri.

L’origine precisa di questi nuovi componenti del Sistema Solare rimane però in gran parte misteriosa. Kuiper stesso, l’astronomo che diede il nome all’omonima cintura, e coloro che proseguirono i suoi studi avevano previsto l’esistenza di planetoidi dall’orbita molto eccentrica. E 1996TL66 sarebbe il primo mai osservato. Questi oggetti potrebbero provenire dalla regione tra Urano e Nettuno ed essere stati espulsi durante lo stesso processo che ha dato vita alla nube di Oort. Un’ipotesi alternativa è invece che essi facessero parte in origine della cintura di Kuiper e siano stati deviati dal campo gravitazionale di Nettuno.

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