Un nuovo centro per curare la dipendenza

Meglio dirlo subito. Il centro ambulatoriale VaRCo (Valutazione Regionale uso di Cocaina) per il trattamento della cocaina, che ha presentato ieri nella capitale i risultati dei primi due anni di attività, è una piccola realtà romana ospitata all’interno del Sert della ASL RM E, tenuta in piedi da due psichiatri, due psicologi, due infermieri e un assistente sociale. Non può quindi vantare un’esperienza da grandi numeri: un centinaio di persone con dipendenza da cocaina  hanno varcato le sue porte dall’ottobre 2007 al settembre 2009, 75 con “consumo primario”, 8 eroinomani con “consumo secondario”, 13 famigliari di dipendenti che hanno richiesto un sostegno. Senza volerlo far passare per lo specchio fedele del fenomeno, questo piccolo progetto romano finanziato dalla Regione Lazio potrebbe funzionare da nave scuola. Perché ha molto da dirci su come la dipendenza da cocaina andrebbe affrontata e sulle carenze delle strutture attuali, troppo preoccupate ad affrontare un presunto allarme sociale e poco interessate ai reali problemi di salute degli individui.

“Il numero di consumatori abituali di cocaina nel nostro paese, 1, 2 per cento, 1,3 per cento, supera 5 o 6 volte il numero di tossicodipendenti da oppiacei. Ma nei Sert la percentuale di cocainomani presi in cura è molto bassa rispetto a quella dei consumatori di altre sostanze” dice Pietro Casella, presidente Regionale Lazio della Società Italiana Tossicodipendenze. La spiegazione del perché ciò accade è banale: il cocainomane non si rivolge ai Sert perché fatica a identificarsi con i tossicodipendenti “comuni”.

L’esperienza del VaRCo ci dice che il cocainomane “tipo” è per lo più uomo, intorno ai trent’anni, ben inserito nella società, con un atteggiamento sospettoso e diffidente verso il personale sanitario, è ossessionato dalla privacy, soffre di disturbi psichici, ma si decide a chiedere aiuto solo alla comparsa di qualche malessere fisico. Un quadro del tutto diverso dagli abituali frequentatori dei Sert che necessita evidentemente di un servizio mirato.

Lo stesso vale per gli interventi terapeutici. La mancanza di un farmaco sostitutivo come il metadone, rende la cura della dipendenza da cocaina più articolata: riconoscimento dei sintomi, individuazione di urgenza medica o psichiatrica, trattamento multidiciplinare di tipo farmacologico (antidepressivi e ansiolitici), psicologico e sociale. Il centro VaRCo ha tra i suoi progetti futuri quello di incrementare il counselling famigliare e di arrivare alla pubblicazione dei dati sulla sua attività. Unico ostacolo: la scadenza dei finanziamenti a settembre 2010. (g.d.o.)

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