I ricercatori della Eindhoven University of Technology sono riusciti a implementare l’efficienza delle celle solari, passando dal 21,9 al 23,2 per cento. Se un miglioramento di poco più dell’1 per cento (in termini assoluti) può apparire modesto, in realtà consentirà ai produttori di aumentare notevolmente le prestazioni dei dispositivi ammortizzando i costi. Lo studio è stato condotto dal fisico Bram Hoex in collaborazione con il Fraunhofer Institute e presentato durante la più importante conferenza statunitense sull’energia solare, tenutasi a San Diego (California) lo scorso 14 maggio.
Una maggiore efficienza delle celle è una delle strade per ridurre i costi dell’energia solare. Soprattutto per quelle nazioni in via di sviluppo che di luce solare, almeno, sono ricche. L’aumento di efficienza del 6 per cento in termini relativi è stato ottenuto tramite l’inserimento di uno strato ultrasottile – circa 30 nanometri – di ossido di alluminio sulla faccia anteriore della cella di cristallo di silicio. Questa lastra ha un’altissima quantità (mai raggiunta finora) di cariche negative e le normali perdite di energia in superficie vengono così quasi interamente eliminate. Secondo i ricercatori, la cella messa a punto da Hoex implicherà una significativa riduzione nel prezzo di produzione dell’elettricità solare. Parte del progetto di ricerca è stato finanziato da tre ministeri olandesi: Affari Economici, Educazione, Cultura e Scienza, e Ambiente. (g.f.)
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