Un nuovo software per la sonda Voyager

Da qualche giorno, il software Eyes on the Solar System, sviluppato dalla Nasa per seguire in tempo quasi reale le sue sonde in viaggio tra i pianeti, si è arricchito di un nuovo modulo.

L’ultima applicazione riguarda la sonda Voyager 1, l’artefatto umano più lontano che esista, lanciato nel 1977 e ormai prossimo a varcare la soglia dello spazio interstellare.

Il modulo comprende due indicatori in “tempo reale”, aggiornati ogni sei ore. Il primo riguarda il livello delle particelle energetiche che il Sole emette sotto forma di vento solare, mentre il secondo è relativo ai raggi cosmici provenienti dallo spazio interstellare. A sancire l’abbandono del Sistema Solare è, infatti, una repentina inversione del campo magnetico, segnalata dall’improvviso crollo delle particelle emesse dal Sole e dal contemporaneo incremento esponenziale dei raggi cosmici provenienti dallo spazio interstellare.

Al momento, le prime sono in calo e i secondi in aumento, ma non ancora al punto da innescare la tanto attesa inversione del campo magnetico. Il team di Voyager, nell’ultimo comunicato ufficiale, si è infatti mostrato concorde nel ritenere che la sonda, seppur ormai vicina al casello di uscita della magnetic highway, si trovi ancora all’interno dell’eliosfera.

Voyager 1 è stata una delle prime esploratrici del Sistema Solare esterno. Fu lanciata il 5 settembre 1977, nell’ambito del Voyager Interstellar Mission, con lo scopo di visitare, insieme alla gemella Voyager 2, i pianeti esterni del Sistema Solare. Entrambe le sonde, con le loro immagini, hanno restituito agli scienziati un resoconto di un viaggio tra i diversi pianeti e le loro lune, prima di proseguire indisturbate verso l’esterno del Sistema Solare. Al momento, la Voyager 1 si trova ad oltre 123 unità astronomiche (oltre 18 miliardi di chilometri) dalla Terra e dal Sole e, in attesa di varcare il confine verso lo spazio interstellare, continua a studiare il sistema Solare. I dati inviati saranno utili agli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA per individuare il punto esatto dell’eliopausa, oltre il quale comincia lo spazio interstellare.

La missione Voyager è ben lontana dall’essere terminata. La sonda continuerà a inviare informazioni alla Nasa almeno fino al 2020, anno in cui è previsto che le batterie nucleari che la alimentano cominceranno a esaurirsi. Successivamente, continuerà a viaggiare nello spazio interstellare portando a bordo il Voyager Golden Record, un disco per grammofono contenente suoni e immagini della Terra e saluti in 55 lingue. Le istruzioni per accedere alle registrazioni sono incise sulla custodia del disco, indirizzato a qualunque eventuale forma di vita extraterrestre esistente nello spazio.

Credits immagine: Nasa

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