Un palazzo della musica a Vienna

Avete voglia di comporre una melodia ma non avete mai studiato musica? Oppure di condurre un’orchestra giusto per “vedere l’effetto che fa”? Allora la Haus der Musik (ovvero Casa della Musica), a Vienna, è il posto che fa per voi. Situato nel palazzo storico dell’arciduca Karl, il museo è un percorso interattivo alla riscoperta della musica, dei suoni e di come questi si generano. Ce n’è per tutti i gusti: dall’omaggio alla tradizione musicale viennese – Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Strauss e Mahler sono alcuni tra gli artisti più famosi la cui vita viene qui raccontata – all’analisi scientifica del suono nella Sonosfera, fino a culminare nella futuristica “Brain Opera”, ovvero un assaggio della musica del futuro.

Situata al primo piano del museo, la Sonosfera è un tuffo in un mare di suoni e di voci, dal brusio prenatale (quello che sente un feto nel grembo materno), al rumore del vento, fino ad arrivare a una vera “doccia” uditiva: accostando l’orecchio in punti diversi, si può udire tossire, cantare, il fruscio della carta, il gorgogliare dell’acqua, i rumori delle più grandi città del mondo. Lungo il percorso dei video spiegano come si originano i suoni mentre dei computer permettono di giocare con le onde sonore, mostrano grafici e creano tonalita’ diverse. L’uso della tecnologia e l’abbinamento di computer e musica è una costante in tutta la mostra: tra le trovate più divertenti vi è senza dubbio l’Orchestra Filarmonica di Vienna in versione virtuale, pronta a seguire la bacchetta di chi, per una volta, vuole sentirsi un Riccardo Muti o un Claudio Abbado. Il podio è di fronte a uno schermo dal quale si vede l’orchestra e i musicisti, per quanto “virtuali”, seguono veramente il provetto conduttore. Se si è bravi ci si merita perfino un applauso alla fine. Attenzione, però: il compito non è così semplice! Ve lo dice chi, dopo aver impugnato la bacchetta per neanche un minuto, ha visto l’orchestra smettere di suonare, alzarsi e lasciare il palco!! Accanto all’orchestra virtuale c’è la Vienna virtuale: tramite un computer e un largo schermo si possono ripercorrere le tappe musicali dei più grandi musicisti vissuti nella città.

All’ultimo piano del museo si arriva finalmente alla musica del futuro. Nata nel 1996, la “Brain Opera” ha girato tutto il mondo prima di stabilirsi a Vienna lo scorso anno. Il suo ideatore Tod Machover, compositore e professore presso il Massachusetts Institute of Technology, ha voluto combinare arte, tecnologia e scienza in un’esplorazione musicale unica al mondo. Ha così ideato un percorso composto da una serie di “iperstrumenti”: si tratta di apparecchi dall’aspetto futuristico dotati di sensori che misurano l’elettricità generata dal corpo umano. In questo modo riescono a tradurre i movimenti di una persona in suoni; si può così comporre melodie con gesti delle mani e delle braccia, col suono della propria voce o con i propri passi. Presso gli “Speaking Trees”, per esempio, si può udire una melodia e sovrapporvi il proprio canto: si udrà allora la musica cambiare e adattarsi alla propria voce, ritmo e tono.

Ma quello che Machover e il suo team considerano il capolavoro della Brain Opera è il “Future Music Blender”. Questo iperstrumento si sviluppa nello spazio di un’intera stanza, e la sua caratteristica più notevole è che crea un collage di suoni in continua evoluzione. Ciascun suono è il contributo di un visitatore, così come i cambiamenti di tono, ritmo, melodia. Una musica “vivente”, che nasce a partire da una manciata di tessere colorate che il visitatore trova entrando nella stanza. Su ciascuna tessera è registrato un suono che si può sia ascoltare che modificare. I vari suoni possono essere combinati tra loro: il visitatore è invitato a sperimentare varie combinazioni inserendo le tessere una dopo l’altra in una specie di juke-box. Una volta scelta la propria combinazione si passa a creare la melodia: con semplici movimenti delle mani il visitatore può mettere in funzione software sofisticati che amalgamano i suoni e controllano lo scorrere della melodia.

Nel Future Music Blender si racchiude il cuore della filosofia di Machover: chiunque può creare, la musica è una performance continua, mai definitiva, che si esprime attraverso le cose e i nostri gesti. E’ questa dunque la musica che ci riserva il futuro? Un misto tra tecnologia e sperimentazione? Nell’incertezza della risposta, anche noi abbiamo voluto dare il nostro piccolo contributo alla Brain Opera: chissà che un giorno non saremo ricordati per questo!

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