I grandi dinosauri che centinaia di milioni di anni fa scorrazzavano per il nostro pianeta erano a sangue caldo. Lo si sospettava fortemente da diverso tempo, ma ora il verdetto dei paleontologi si può dire quasi definitivo: i ricercatori del Caltech (California Institute of Technology) sono riusciti a misurare la temperatura di questi rettili per la prima volta. Gli studiosi avevano preannunciato l’impresa esattamente un anno fa, quando avevano rivelato la temperatura dei mammuth (vedi Galileo). Ora, un loro nuovo studio, pubblicato su Science Express insieme ai colleghi dell’Università di Bonn, rivela che la temperatura corporea dei sauropodi (i più grandi tra i dinosauri) si aggirava tra i 35 e i 38 gradi centigradi.
Il metodo di indagine è lo stesso usato nel 2010 per il mammuth e si basa sulla misura degli isotopi di carbonio 13 e ossigeno 18 nella bioapatite, un minerale che si trova nei denti. Per questa analisi, gli studiosi hanno analizzato 11 denti rinvenuti in Tanzania, Wyoming e Oklahoma, appartenuti a un Brachiosaurus brancai e a un Camarasaurus. I risultati mostrano che il primo doveva avere una temperatura di circa 38,2°C (simile a quella dei mammiferi attuali), mentre per il secondo si è risaliti a 35,7°C (ovvero più caldo di tutti i coccodrilli, estinti e non, ma più freddo dei moderni uccelli).
L’elevata temperatura di questi rettili, però, non significa che avessero un metabolismo simile a quello degli animali a sangue caldo attuali. La questione è molto più complessa: “Dal momento che i sauropodi erano molto grandi, probabilmente il loro corpo tratteneva il calore in maniera più efficiente di quanto non avvenga nei piccoli mammiferi come gli esseri umani”, spiegano i ricercatori. La temperatura stimata, infatti, fornisce delle informazioni importanti, ma che riguardano solo una parte della fisiologia di questi animali.
A mettere la pulce nell’orecchio è anche il fatto che la temperatura è più bassa rispetto a quanto predetto da alcuni modelli: le orme lasciate nel terreno e l’anatomia dei fossili hanno infatti suggerito l’idea di animali molto agili e scattanti, il che presupporrebbe qualche grado centigrado in più.
È chiaro che siamo solo all’inizio di un rebus. Il prossimo passo sarà estendere l’indagine ad altri fossili di antichi vertebrati e di dinosauri. Magari allo Scipionyx samniticus italiano (meglio noto come Ciro), finito sotto i riflettori lo scorso 21 giugno, come protagonista delle prima paleo-autopsia nella storia della paleontologia (vedi Galileo). “Pensiamo che si stato un animale caldo, ma le nostre deduzioni si basano solo sulla fisiologia digestiva e respiratoria, non sul metabolismo”, ha detto a Galileo Cristiano Dal Sasso, il paleontologo del Museo Civico di Storia Naturale di Milano esperto di questo fossile: “Vi sono maggiori somiglianze anatomiche con gli uccelli che non con i coccodrilli e quindi siamo più propensi a pensare che fosse a sangue caldo, ma non vi è una struttura che ce lo possa confermare”.
Riferimenti: Science doi: 10.1126/science.1206196
Credits immagine: Illustrated by Russell Hawley, Tate Geological Museum