Se sostituissimo le comuni lampadine a incandescenza con una nuova generazione di diodi a emissione luminosa (led), nel corso di dieci anni potremmo ricevere grandi benefici in termini di efficienza energetica, risparmio economico e riduzione dell’inquinamento. È questa la prospettiva di un gruppo di ricercatori del Rensselaer Polytechnic Institute (Usa), ora pubblicata su Optics Express.
I led sono stati inventati negli anni Sessanta e consistono di un diodo semiconduttore che emette luce al passaggio di corrente, meccanismo ben diverso da quello delle normali lampade, che si illuminano a causa dell’alta temperatura raggiunta da un filo di tungsteno. Queste piccole fonti luminose sono comunemente utilizzate per i telecomandi a infrarossi e per le luci di alcuni semafori.
Secondo i ricercatori, i led potrebbero generare la stessa luminosità delle lampadine a incandescenza, richiedendo un’energia venti volte inferiore. Sarebbero cinque volte più efficienti anche delle lampadine a basso consumo o a fluorescenza. In questo modo, nel corso dieci anni, una loro totale adozione porterebbe a un risparmio energetico di oltre 52 miliardi di megawattora (Mwh), che corrispondono a quasi due milioni di miliardi di dollari. L’atmosfera, inoltre, sarebbe alleggerita di 11 miliardi di tonnellate di anidride carbonica e si potrebbero mettere da parte 900 milioni di barili di petrolio. I led, sottolineano i ricercatori, hanno altre particolari proprietà: si può controllare facilmente non solo la luminosità, ma anche la saturazione e il colore della luce. (a.g.)
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