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Una mega tempesta su Saturno

Una tempesta così grande da percorrere tutta la circonferenza del pianeta, incontrando la sua stessa coda. La più grande di cui si abbia notizia negli ultimi cento anni. Addirittura, almeno all’inizio, più maestosa della Grande macchia rossa su Giove, che imperversa sul pianeta da centinaia di anni. È il vortice situato nell’alta atmosfera di Saturno, il più caldo e il più largo mai intercettato nel Sistema solare. A crearlo, come racconta Wired.com, l’incontro di due nubi calde che avrebbero originato una tempesta risultante che, sebbene per lo più invisibile agli occhi umani, non lo è stata a quelli dello spettrometro a infrarossi della sonda Cassini (Cirs) che lo ha immortalato.

Come spiega la Nasa il vortice nell’emisfero Nord del pianeta, evento di coda della Grande macchia bianca ( The Great White spot) – la tempesta che si è protratta dalla fine del 2010 al 2011 ma i cui strascichi sono ancora visibili e lo saranno probabilmente fino al 2013 – è stata accompagnata da due diversi avvenimenti, inusuali per il pianeta con gli anelli. Il primo è stato un notevole aumento della temperatura (circa 80 gradi kelvin sopra la media di Saturno). “Questa impennata nelle temperature è così estrema e quasi incredibile, soprattutto in questa zona dell’atmosfera di Saturno”, ha raccontato Brigette Hesman della University of Maryland che lavora al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, dove è stata rilevata l’anomalia: “Per osservare questo cambio di temperature nella stessa scala sulla Terra bisognerebbe passare dall’inverno profondo di Fairbanks, in Alaska, al picco dell’estate nel deserto di Mojave”. 

Il secondo, inspiegabile, evento osservato è stata una notevole impennata nei livelli di etilene, un gas incolore e inodore: cento volte superiori a quelli che si suppone siano presenti sul pianeta. Non siamo mai stati in grado di osservare etilene su Saturno prima, quindi è stata una vera sorpresa”, ha commentato Michael Flasar del team dello strumento Cirs.

Ma la tempesta, l’impennata nelle temperature e nei livelli di etilene, non sono state le uniche anomalie registrate sull’apparente calmo Saturno. Il pianeta infatti, come scrivono su Icarus i ricercatori guidati da Leigh Fletcher della Oxford University, sarebbe infatti avvolto da una collana di venti che si muovono in senso orario nei pressi del vortice.

Questo tipo di tempeste, concludono i ricercatori, sono piuttosto rare su Saturno, e ricorrono una volta ogni trenta anni terrestri, pari circa a un anno di Saturno. Che la sonda si trovasse proprio nelle vicinanze al momento giusto, quindi, può essere considerato un colpo di fortuna.

Via: Wired.it

Credits immagine:NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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