Una miniera di informazioni

Anche i suoni che non riusciamo ad ascoltare sono ricchi di informazioni. È quanto emerge da un congresso che si è svolto nei giorni scorsi a Denver (Usa) sull’uso degli infrasuoni raccolti dall’International Monitoring System. L’Ims è una rete di 60 rivelatori di infrasuoni distribuiti uniformemente sulla superficie terrestre per verificare il rispetto dei trattati di non proliferazione delle armi atomiche. Parallelamente alla sua funzione ufficiale, però, il progetto si sta rivelando una miniera di dati per i ricercatori che si occupano di cicloni, vulcani e oggetti in collisione con la Terra. Gli infrasuoni sono onde sonore con frequenze inferiori a quelle udibili dall’orecchio umano. Le esplosioni nucleari producono caratteristiche pulsazioni infrasoniche, ma spesso meteoriti particolarmente energetici possono provocare falsi allarmi e nasce l’esigenza di studiarli meglio. Inoltre, il ruolo degli infrasuoni nella rivelazione dei cicloni comincia a essere importante perché permette di prevedere in anticipo questi fenomeni meteorologici. Ma l’applicazione più promettente sembra essere in vulcanologia, dal momento che gli infrasuoni possono essere utilizzati per lo studio dell’evoluzione fisica e chimica delle eruzioni dei vulcani. “Questi infrasuoni forniscono un metodo prezioso per monitorare e prevedere le eruzioni”, ha spiegato Milton Garces, un ricercatore intervenuto al congresso. “Un sistema di allarme sarebbe utile non solo per le comunità adiacenti all’area dell’eruzione, ma anche per dirottare il traffico aereo dalla regione ricca di polveri”. (s.b.)

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