Una nuova datazione per i reperti

Alcuni passi della storia antica potrebbero essere rivisti. E’ quanto emerge dallo studio di un gruppo di archeologi della Cornell University e della University of Reading (Gran Bretagna) e di fisici della Ruprecht-Karls-Universität di Heidelberg (Germania) pubblicato su Science. Confrontando la datazione con il carbonio-14 e la dendrocronologia (cioè la datazione attraverso gli anelli degli alberi), i ricercatori hanno infatti rilevato che la prima non si dimostra sempre affidabile. Responsabili degli errori sarebbero i diversi habitat delle piante e le diverse condizioni di sviluppo. Per questo i ricercatori hanno condotto nuove analisi su alcuni reperti provenienti da una tomba di Gordio, l’antica capitale della Frigia (nell’attuale Turchia) e hanno dimostrato che la datazione di molti oggetti doveva essere rivista. Questi infatti erano più ‘vecchi’ di circa 22 anni. Allo stesso esame è stata sottoposta anche una coppa di bronzo con un’iscrizione su cera d’api che risalirebbe al 740 avanti Cristo. Questo oggetto presentava una particolarità: l’alfabeto con cui erano state fatte le iscrizioni era contemporaneo, se non precedente, a quello greco, e le lettere erano simili a quelle utilizzate nelle iscrizioni etrusche. La nuova cronologia collocherebbe quindi la coppa di bronzo tra i più antichi reperti con un’iscrizione in alfabeto greco e dimostrerebbe la diffusione in quel periodo anche nella Frigia delle lingue provenienti dall’area fenicia. (a.ca.)

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