Categorie: SaluteSocietà

Una passeggiata contro il cancro allo stomaco

Novembre è il mese della prevenzione del cancro allo stomaco, un tumore di cui si parla poco ma che solo in Italia uccide ogni anno più di 10.000 persone. Per questo il prossimo 3 novembre si svolgerà in tutto il mondo la prima passeggiata annuale indetta da No Stomach For Cancer, organizzazione di volontariato americana con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti di questa malattia. La tappa italiana è a Milano, organizzata dal gruppo Facebook “Vivere dopo il cancro allo stomaco si può”, un gruppo di sostegno e condivisione per i pazienti e i loro familiari che conta quasi 400 membri.

L’appuntamento è a Piazza del Duomo, ore 15.00. I volontari indosseranno magliette color pervinca, simbolo della prevenzione del tumore allo stomaco, e cammineranno lungo l’area pedonale che porta a Piazza Castello. L’iniziativa, aperta a tutti, sarà anche un’occasione per incontrare e confrontarsi con le persone che vivono quotidianamente la loro condizione di gastroresecati (ovvero persone completamente o parzialmente senza stomaco).

“Con la nostra presenza a Milano,” spiegano gli organizzatori, “vogliamo dimostrare che ci siamo, che siamo ancora vivi e, nonostante i molti problemi e qualche limite, siamo attivi e desiderosi di attirare l’attenzione delle persone verso questo tumore. Abbiamo bisogno di essere maggiormente supportati nel nostro percorso terapeutico e riabilitativo dopo l’intervento”.

In Italia il cancro gastrico ha un’incidenza di circa 17.000 nuovi casi l’anno, pari a circa il 23% di tutte le neoplasie, con una sopravvivenza media a 5 anni attorno al 25%. Il tumore dello stomaco provoca più di 10.000 morti l’anno, attestandosi, come diffusione, appena sotto il cancro al seno e il cancro al polmone. La sua elevata incidenza è aggravata dalla poca consapevolezza della sintomatologia che lo accompagna (spesso confusa con i disturbi di una generica gastrite o ulcera) e dalla conseguente diagnosi tardiva.

“Ma non solo,” spiegano ancora i volontari: “In Italia non esistono programmi di screening specifici sulla popolazione e i pazienti gastroresecati non possono contare su un supporto organizzato per tutte le problematiche che conseguono all’operazione (sindrome da svuotamento, con sbalzi frequenti della glicemia, perdita di peso, malassorbimento, carenza di minerali e vitamine, stanchezza cronica), trovandosi a dover affrontare da soli le difficoltà quotidiane nell’alimentazione, durante la convalescenza, o ancora le procedure burocratiche per la richiesta dell’invalidità, spesso non adeguatamente riconosciuta”.

Credits immagine: No Stomach For Cancer

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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