Una pesante eredità

Bisogna guardare la storia famigliare più che fattori di natura socio-economica per vedere se una persona è ‘predisposta’ al suicidio. Questa è la tesi di Ping Qin e colleghi dell’Università di Aarhus in Danimarca, che sul tema hanno fatto uno studio pubblicato su The Lancet. I ricercatori avevano già visto in precedenza casi di raggruppamenti in ambito familiare nei comportamenti inclini al suicidio. Con i nuovi studi, hanno stimato quanto conta la storia familiare e se in famiglia casi di suicidio o di malattie mentali che abbiano richiesto ricovero in ospedale, siano fattori di rischio. Infine se l’incidenza di tali fattori si possa sommare per avere una stima del rischio. L’analisi è stata svolta su un campione di 4262 persone tra i 9 e i 45 anni, che avevano commesso suicidio tra il 1981 e il 1997 e su 80238 individui come gruppo di controllo. I dati ottenuti sono chiari: persone con una storia familiare di suicidio alle spalle sono 2,5 volte più inclini al suicidio rispetto ai controlli; analogamente casi di malattie mentali in famiglia aumentano fino al 50 per cento il rischio. Se i due problemi sono entrambi presenti in famiglia, il rischio si rafforza in modo considerevole. I ricercatori hanno concluso che tra le persone che si suicidano nel 2,25 per cento dei casi ci sono storie familiari di suicidio e nel 6,8 per cento malattie mentali. (p.m.)

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