Una scatola nera per il cuore

All’improvviso non si vede più niente: è il buio totale, spesso non c’è neppure il tempo per rendersene conto e cercare aiuto. Ci si ritrova a terra senza capire né come né perché. Il termine scientifico per definire questo malore è sincope. I medici spiegano che si tratta di una perdita transitoria di coscienza dovuta a un disturbo circolatorio cerebrale che si manifesta in uno svenimento improvviso. Spesso si tratta di episodi benigni, ma chi ne viene colpito si ritrova di colpo nel tunnel del dubbio e dell’angoscia. E, stando alle statistiche, a buona ragione: nel 20 per cento dei casi, infatti, la diagnosi rimane pressoché sconosciuta. Nonostante analisi e test, i pazienti non riescono a venire a capo delle cause che provocano gli svenimenti, soprattutto nei casi – purtroppo assai frequenti – di attacchi sporadici, più difficili da monitorare con i tradizionali elettrocardiogrammi (Ecg) a breve termine. Ora però è in arrivo un’importante novità: il Reveal plus, un minuscolo registratore di Ecg impiantabile sottocute, e in grado di memorizzare automaticamente tutti gli episodi di aritmia cardiaca che causano la sincope. Ad annunciarlo durante il congresso internazionale “Le nuove frontiere della aritmie”, svoltosi la scorsa settimana a Marilleva, in Trantino, è l’équipe dell’Unità operativa di cardiologia interventistica di Reggio Emilia, che ha già avviato la sperimentazione del nuovo dispositivo su sei pazienti affetti da sincope.

Il dispositivo è già stato ribattezzato “scatola nera del cuore”, perché proprio come quella degli aerei registra i dati che servono a individuare le cause dell’incidente. Ma le sue dimensioni sono, ovviamente, molto più ridotte. “E’ grande come una scatola di fiammiferi, pesa 17 grammi, ed è dotata di batterie che le danno un’autonomia di 14 mesi”, racconta Nicola Bottoni, ricercatore dell’ospedale emiliano, e prosegue: “è in grado di registrare fino a 42 minuti di Ecg, attivandosi automaticamente quando il dispositivo rileva aritmie cardiache, come brachicardie, tachicardie o asistolie”.

Per impiantare Reveal basta un intervento ambulatoriale che richiede appena dieci minutiù e si effettua in anestesia locale. Un po’ di più, circa un quarto d’ora, è il tempo necessario per effettuare il “premapping”, la fase preliminare all’intervento vero e proprio che serve per individuare il punto migliore dove posizionare l’apparecchio. Altrimenti, spiega Bottoni: “il dispositivo potrebbe attivarsi in modo scorretto. Un’eventualità remota che tentiamo di ridurre al minimo, cercando di trovare il punto esatto in cui il battito cardiaco non è confondibile con altri rumori fisiologici”.

Il primo modello di Reveal risale a due anni fa e già allora rappresentò una svolta per la diagnosi di queste sincopi atipiche. Ma il nuovo prototipo presenta un’importante novità: la memorizzazione automatica. “A sottolineare la necessità di ottimizzare il dispositivo, con l’introduzione dell’autoattivazione è stato uno studio americano”, racconta ancora Bottoni, “su 85 pazienti dotati del dispositivo di Ecg sottocutaneo, 58 avevano avuto ricorrenze di svenimento. Ma 8 pazienti non erano riusciti ad attivarlo. E l’esperienza americana riflette una situazione più generale, che trova conferma anche in altri paesi europei”. Attualmente la casistica dei malfunzionamenti del primo Reveal si attesta su una percentuale ancora piuttosto alta: si valuta che circa un 14 per cento delle persone che hanno il dispositivo sono incapaci di attivarlo manualmente.

Ma com’è possibile che non si riesca a far funzionare uno strumento così semplice? Bottoni fornisce una spiegazione plausibile: “Si tratta quasi sempre di persone anziane che non hanno dimestichezza con la tecnologia. E che in un momento molto critico, come quello conseguente a un malore, sono ancora più confuse: dopo lo svenimento le loro capacità psico-fisiche sono alterate. Quindi capita che si dimentichino di usare l’apparecchio per effettuare la registrazione”. In questi casi, i dati del cuore durante la crisi sono irrimediabilmente perse perché il Reveal, dotato di una memoria di loop, continua a registrare la frequenza cardiaca cancellando il tracciato relativo all’attacco. Il nuovo Reveal plus, invece, si attiva autonomamente non appena la frequenza cardiaca scende o sale e questo consente di non perdere nessuna informazione sulla crisi sincopale. Si tratta perciò, di un notevole passo avanti che dovrebbe ovviare all’inconveniente dell’attivazione automatica. Ma la sperimentazione è appena all’inizio e bisognerà attendere il prossimo anno per avere i primi risultati.

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