Non è ancora detta l’ultima parola sulle sorti del telescopio spaziale Hubble. Sollecitato anche dalle richieste di membri del Congresso, l’amministratore della Nasa Sean O’Keef ha annunciato lo scorso 29 gennaio che la decisione di cancellare le missioni di supporto allo strumento orbitante sarà riconsiderata. Sulla scia del discorso del presidente Bush, che chiedeva all’agenzia spaziale americana di rivedere i propri piani di ricerca in vista di missioni umane sulla Luna e su Marte, quello dei viaggi di supporto al telescopio spaziale era stato uno dei primi programmi a saltare. Principale motivazione, la pericolosità per gli astronauti. La commissione di inchiesta sull’incidente occorso il 1 febbraio dall’anno scorso al Columbia consiglia infatti nel suo documento finale di posporre qualsiasi missione Shuttle fino a quando la tecnologia non permetterà ai membri dell’equipaggio di verificare e riparare eventuali danni subiti dalla navetta una volta giunti in orbita. Hubble, in orbita geostazionaria dal 1990, era stato progettato con una struttura modulare proprio per permettere gli aggiornamenti degli strumenti e la sostituzione dei dispositivi fuori uso durante gli anni. Quattro missioni di supporto hanno già raggiunto il telescopio spaziale e una quinta era prevista per il 2005. Privo di assistenza, lo strumento che ha contribuito con le sue osservazioni a riscrivere pagine importanti delle teorie cosmologiche, è destinato perdere tutte le sue funzionalità entro tre-quattro anni. (f.c.)
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