Turista ai Caraibi? Un dollaro, grazie. Questa la proposta di Peter Hotez, direttore di Plos Neglected Tropical Desease e professore alla George Washington University and Sabin Vaccine Institute (Usa): far pagare una piccola tassa ai turisti per aiutare la lotta alla povertà e alle malattie del paese che si visita.
Lontano dagli occhi dei turisti che popolano le spiagge, i resort e le navi da crociera, infatti, il paese soffre di una povertà nascosta, causa di malattie tropicali endemiche (Neglected Tropical Desease, NTDs). Circa 22 milioni di turisti visitano i Caraibi ogni anno e l’indotto è pari a circa 21,6 miliardi di dollari. “Ciononostante”, afferma Hotez, “le persone più povere continuano a rimanere nella loro condizione, con malattie debilitanti, croniche, invalidanti”.
Quattro sono i paesi dell’area caraibica fortemente colpiti da queste malattie parassitarie, causate prevalentemente dall’assenza di condizioni igieniche: Repubblica Dominicana, Guadalupa, Haiti e Jamaica. Ad Haiti, per esempio, su una popolazione di circa otto milioni di persone, si stimano circa 3,8 milioni di casi di tricuriasi, circa 800mila casi di anchilostomiasi e 560mila casi di filariosi linfatica, che può causare l’elefantiasi. Queste malattie risalgono al periodo della tratta atlantica degli schiavi e anche oggi vengono colpiti dalle infezioni prevalentemente i discendenti di genti africane. “È una piaga enorme per il paese”, continua Hotez, “ma potrebbe essere ridotta e tenuta sotto controllo con sforzi minimi, anche dal punto di vista economico, perché queste malattie potrebbero essere debellate sottoponendo la popolazione a cicli di trattamento con farmaci reperibili e a basso costo”.
Oltre all’introduzione del pagamento della tassa di un dollaro per tutti i turisti, altre proposte che si leggono nell’editoriale sono l’incremento, anche minimo, delle tasse a favore delle amministrazioni locali o donazioni da parte dei governi del Nord America, dell’Europa e di organizzazioni private. (e.r.)
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