Un’alleanza per tre

Con 4,21 miliardi di dollari America On Line, il primo fornitore di accessi a Internet nel mondo, si è aggiudicata il marchio della Netscape Communications, la casa che distribuisce l’omonimo popolarissimo browser per navigare nel World Wide Web (ora utilizzato dal 52,2 % degli utenti). All’affare ha partecipato anche la Sun Microsystem, altro grande nome nel panorama dell’industria informatica americana, che si è impegnata in un accordo triennale con Aol con l’evidente scopo di accelerare lo sviluppo del commercio elettronico. Un settore, quest’ultimo, che secondo le previsioni della Forrester Research, una società americana speciallizzata in indagini e statistice sul mercato on line, raggiungerà nel 2003 la quota del 5% di tutti gli scambi economici mondiali.

Ma che cosa trasforma un accordo economico nel mondo di Internet in un evento capace di monopolizzare l’attenzione delle prime pagine di prestigiose testate quali il New York Times o il Wall Street Journal? La risposta è le enormi risorse umane e finanziarie coinvolte nell’affare.

America On Line è un colosso che, nato nel 1985 come servizio di comunicazione on line per gli utenti Apple, attualmente fornisce direttamente l’accesso ad Internet a circa 14 milioni di persone, e altri due milioni le arrivano attraverso le risorse dell’associata CompuServe. Aol ha ottenuto 21 milioni di contatti soltanto grazie all’acquisizione e alla distribuzione (gratuita) di ICQ, un software estremamente semplice per conversare sul Web.

La Netscape Communications, fondata nel 1994 grazie al talento dell’enfant prodige Marc Andreessen – che ha soli 22 anni realizzò il primo browser grafico che consentiva una facile navigazione su Internet – può vantare circa circa 20 milioni di visitatori al mese al suo Netscape Netcenter, il sito Web ultimato nel giugno scorso.

La Sun Microsystem, che sin dal lontano 1982 faceva campeggiare sul suo logo il motto The Network Is The Computer, è la casa che ha creato il linguaggio a oggetti Java, utilizzato da tutti coloro che si avvicinano alla programmazione di applicazioni Internet, e che può contare su di un introito annuo di 10 miliardi di dollari.

I termini dell’accordo appena raggiunto legano fortemente le risorse delle tre società: la Sun si impegna per i prossimi tre anni a distribuire il software della Netscape dedicato alle aziende, mentre Aol utilizzerà la tecnologia Java per sviluppare una nuova generazione di servizi in rete; Sun verserà nelle casse di Aol circa 350 milioni di dollari per licenze e marketing mentre Aol comprerà computer prodotti dalla Sun per 500 milioni di dollari; infine gli azionisti di Netscape riceveranno 0,45 azioni di Aol per ognuno dei 99,5 milioni di titoli della società.

Insomma, adesso ci si trova dinanzi un gruppo che è già in grado non solo di contrastare i progetti egemonici di Bill Gates sul World Wide Web – proprio ora che era convinto di aver definitivamente spiazzato la Netscape Communications – ma anche di realizzare una propria politica commerciale completamente autonoma. Se nel gennaio del 1999 America On Line deciderà di non rinnovare l’accordo che la lega a Microsoft dal marzo 1996 (che prevede la distribuzione ai propri utenti del browser Internet Explorer) potrà fornire i propri servizi tramite il rilascio di una versione ad hoc del browser Netscape, e limitare così sensibilmente i tentativi di Gates di imporre al mondo informatico l’utilizzo del proprio browser, legandolo ora addirittura indissolubilmente al proprio sistema operativo Windows 98. E non solo. Se la Microsoft intenderà sfruttare la propria posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi (il 90% dei computer nel mondo utilizza Windows) per attuare eventuali ritorsioni nei confronti di Aol, a quest’ultima verrebbero in soccorso le peculiarità del software Java prodotto dalla Sun. Che è in grado di funzionare correttamente indipendentemente dal tipo di sistema operativo installato sul personal computer.

La conclusione delle trattative che hanno portato alla fusione di America On Line con Netscape ha comunque ha avuto le sue ripercussioni nella causa antitrust che vede coinvolta la Microsoft. Gli avvocati dell’azienda di Redmond dichiarano ora trionfalmente che l’azione legale intentata nei suoi confronti dagli organi giudiziari americani per pratiche monopolistiche è stata superata dagli eventi, e che a questo punto una prosecuzione del processo sarebbe giustificata non dalla volontà di difendere gli interessi dei consumatori ma da quella di avvantaggiare i gruppi che competono con Microsoft.

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