Uno scanner per i dischi

    I discorsi della Regina Vittoria, di Abramo Lincoln e di Florence Nightingale. E ancora, Elvis Prestley che canta “Jailhouse Rock” e il brano “God Bless America” in un’interpretazione della cantante popolare Kate Smith. Queste voci, già dal prossimo anno, potrebbero non essere più solo un ricordo. I vecchi dischi e i cilindri sui quali sono stati incisi brani e discorsi storici, infatti, sono fragili tanto da non sopportare neanche la puntina di un giradischi. Ma una nuova tecnica non-invasiva può renderli disponibili in formato digitale. A metterla a punto nell’ambito del Progetto Irene (Image, Reconstruct, Erose Noise, Etc.) sono stati Carl Haber e Vitaliy Fadeyev, ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory (Lbl), in California. Su commissione della Library of Congress, i due hanno usato le loro conoscenze sulle particelle subatomiche per sviluppare un sistema non-invasivo che riproduca la superficie dei supporti a registrazione meccanica, come i 78 giri e i cilindri di Edison. “La tecnica utilizza il metodo della metrologia ottica di precisione. Senza toccare mai il supporto, attraverso un laser ottico si elabora una mappa digitale della sua superficie”, spiega Carl Haber, che ha presentato gli ultimi sviluppi del suo lavoro venerdì 15 luglio presso la Discoteca di Stato di Roma. “Essa può essere bidimensionale se si tratta di un 78 giri e serve a misurare il movimento laterale del solco del vinile, oppure 3D nel caso dei cilindri di Edison, per i quali si analizza la profondità del solco. Le immagini così ottenute vengono processate dal computer che rimuove graffi e impurità e converte il movimento della punta fonografica in segnale digitale”. Risultato: una riproduzione sonora pulita da ogni disturbo prodotto da muffe, polvere e graffi. “Sarebbe un gran vantaggio per storici e archivisti. Oltre a recuperare il suono dai dischi più delicati la tecnica consente infatti di restaurare quelli danneggiati per cattiva conservazione”, continua Haber. “Siamo riusciti a velocizzare la tecnica bidimensionale da usare per una digitalizzazione di massa, mentre l’approccio 3D per i cilindri, sebbene più raffinato, è ancora troppo lento, impiega 40 minuti per effettuare lo scanning di un secondo di registrazione audio”. Su un miglioramento della tecnica conta la Library of Congress per conservare un patrimonio di 47 mila cilindri di cera, 650 mila 78 giri e quasi un milione di altri dischi in vari formati. Il primo prototipo di una macchina scanner per i dischi acetati e in gommalacca, anticipa Haber, sarà pronta l’anno prossimo e non è esclusa la possibilità che venga commercializzata.“Alla discoteca di Stato abbiamo circa 2000 cilindri di cera e 30 mila 78 giri. Questi ultimi sono stati conservati bene, in ambienti adeguati, ma i cilindri, che provengono da un collezionista privato, hanno in parte subito dei danni”, spiega Luciano D’Aleo, responsabile della sezione tecnica della Discoteca di Stato di Roma. “La lettura di questi supporti ora avviene attraverso i trasduttori elettro-magnetici ed è un limite perché la puntina che riproduce il suono, per quanto possa essere calibrata, va sempre a danneggiare le pareti del solco. La tecnica di Haber, invece, permette di ottenere le riproduzioni sonore senza mai toccare i supporti e di restaurare in modo virtuale (agendo sull’immagine digitale e non sul suono) i dischi che presentano danni fisici o meccanici o che sono deformati per una cattiva conservazione”.Per valorizzare il proprio patrimonio la Discoteca di Stato ha già avviato un progetto, l’Archivio digitale della musica (Adm), un servizio integrato che renderà possibile a chiunque la ricerca, la consultazione e l’accesso a oltre 200 mila documenti tra cilindri di cera, dischi, nastri, compact disc, video e Dvd. Un viaggio dalla musica classica a quella folklorica, dal jazz al rock, dalle fiabe ai discorsi storici, dalle immagini dello spettacolo al cinema, dai documentari alla danza e balletto, con possibilità di navigazione dal record catalografico relativo a una partitura, alla sua immagine digitalizzata, e al documento sonoro digitalizzato corrispondente. “Il riversamento digitale avviene però ancora con i metodi classici: per i dischi si utilizzano i giradischi standard mentre per i nastri i magnetofoni professionali”, continua D’Aleo. “Dopo aver raccolto tutti i dati, sarà realizzato un master digitale per la conservazione e delle copie in formato MP3 da mettere a disposizione per chi viene qui ad ascoltare i vecchi brani o vuole farlo da Internet”.

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