Salute

Lo smartphone in gravidanza non causa danni al sistema nervoso del feto

Non solo l’uso dello smartphone in gravidanza non farebbe male allo sviluppo del sistema nervoso del feto, ma addirittura potrebbe essere associato ad un ridotto rischio che il bambino abbia, all’età di tre anni, capacità di elaborare il linguaggio e abilità motorie più basse della media. A sostenerlo – con tutte le cautele del caso – è uno studio osservazionale, guidato dall’Istituto Norvegese di Salute Pubblica. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su BMC Public Health.

I cellulari si basano su campi elettromagnetici a radiofrequenza, cioè che emettono onde a particolari frequenze, spesso simili a quelle del microonde. La questione delle onde emesse dai cellulari e della loro potenziale dannosità è da tempo oggetto di dibattito e recenti studi hanno evidenziato un possibile collegamento fra l’uso del cellulare e l’aumento del rischio di alcuni tumori.

Ma oggi gli scienziati hanno studiato il rapporto fra smarthpone e salute del sistema nervoso del nascituro, per il quale non sembra esserci alcun collegamento: in questo settore specifico, le preoccupazioni presenti fino ad oggi, spiega il primo autore Eleni Papadopoulou, si fondavano su studi con risultati discordanti fra loro. Per dirlo, gli esperti guidati da Papadopoulou hanno analizzato dati a partire da un vasto campione di persone: in particolare, i ricercatori hanno preso in considerazione un gruppo di più 45mila madri norvegesi, studiando l’uso del cellulare nella prima fase della gravidanza e mettendolo in relazione con lo sviluppo neurologico dei loro bambini, misurato all’età di tre e cinque anni.

Fra le partecipanti, circa una donna su 10 non ha usato lo smartphone nelle prime fasi di gravidanza, il periodo analizzato, mentre le rimanenti lo usavano moderatamente o in maniera molto assidua (circa il 4%). Analizzando i risultati, i ricercatori hanno osservato che il cellulare non farebbe male allo sviluppo del sistema nervoso del feto, ma secondo gli autori potrebbe addirittura avere degli effetti positivi, sempre su questo sviluppo. In particolare, i ricercatori hanno messo a fuoco i risultati ottenuti su bambini cosiddetti born to mobile phone users, cioè nati da genitori che usano il cellulare: questi piccoli presentavano una maggiore abilità di linguaggio e motoria rispetto ai figli di donne che non lo usavano. In particolare, il rischio di un moderato ritardo nel linguaggio scendeva ben del 31%, il rischio di avere una ridotta capacità di elaborare frasi complesse nella sintassi scendeva del 27% e ancora il rischio di una grammatica incompleta del 14%. Ma, oltre al cervello, anche il corpo sembra beneficiare di queste abilità digitali: in questi bimbi si è registrato un più basso rischio – minore del 18% – di avere ridotte abilità motorie. Queste stime rimanevano tali anche dopo aver aggiustato i fattori che potevano confondere le acque, come la personalità della madre e altri fattori psicologici.

La maggiore competenza dei bambini in specifiche performance del linguaggio potrebbe essere spiegata col fatto che, usando il cellulare in gravidanza, le donne interagivano anche di più col nascituro, anche se in maniera diretta. In realtà secondo gli autori è più probabile che le ragioni di questo risultato siano collegate ad altri fattori. Insomma, anche se i risultati devono essere interpretati con cautela, conclude il primo autore, dato che si tratta di uno studio osservazionale, almeno essi potranno ridurre le preoccupazioni delle future mamme che usano il cellulare.

Riferimenti: BMC Public Health

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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