Un vaccino contro il raffreddore entro dieci anni

Starnuti, tosse, naso colante: la terapia contro il raffreddore è una chimera che inseguiamo da secoli. Ma forse non ce ne sarà più bisogno, perché Rudolf Valenta, uno scienziato austriaco, ha appena brevettato un vaccino per il raffreddore comune, che potrebbe essere sul mercato in meno di un decennio.

Secondo l’ideatore dell’Università di Vienna, il nostro sistema immunitario non sarebbe in grado di combattere il rinovirus, il principale responsabile del nostro raffreddore, perché attacca solo il centro del virus, ovvero quello soggetto a mutazioni. Invece, come spiega lo scienziato a The Independent, il vaccino appena brevettato avrebbe lo scopo di colpire il guscio esterno che protegge il virus, affrontando la sfida più grande quando si tratta di curare o prevenire la diffusione del raffreddore comune, ovvero l’incredibile varietà dei 99 ceppi conosciuti di rinovirus e la spiccata capacità della malattia di mutare. “Abbiamo preso alcuni pezzi del guscio del virus, attaccandoli a una proteina di trasporto.

Si tratta di un principio molto vecchio, quello di rifocalizzare la risposta immunitaria sull’obiettivo corretto”.

Il vaccino si basa in parte su una ricerca condotta presso l’Ospedale generale di Vienna nel 2012, dove Valenta e il suo team hanno esaminato 59 giovani pazienti e la loro risposta al rinovirus. Uno dei principali risultati di questo studio è che il sistema immunitario del corpo cerca di neutralizzare il virus attaccando gli anticorpi (grandi proteine che aiutano a identificare i virus dannosi) a una parte del virus che viene esposta una volta che il suo guscio esterno viene eliminato.

Quando gli anticorpi si attaccano al virus, si legano ad aree chiamate epitopi (piccole parti di antigene che lega l’anticorpo specifico), e il team di ricercatori ha scoperto che il particolare epitopo che gli anticorpi usano per legarsi al rinovirus risultava non-neutralizzante o inefficace. In altre parole, quindi, in una zona inutile del virus per il fatto che può rapidamente mutare.

“Sulla base dei nostri risultati, dovrebbe essere possibile progettare vaccini che consentano il riorientamento della risposta immunitaria contro gli epitopi neutralizzanti del rinovirus e per il trattamento di malattie associate al rinovirus, come il raffreddore comune, l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco)”, spiega lo scienziato. “Con la proteina che abbiamo costruito, abbiamo ottenuto una buona inibizione della malattia. Crediamo di trovarci sulla strada giusta e se riuscissimo a ottenere anche il finanziamento adeguato, il vaccino potrebbe essere pronto tra sei/otto anni”.

In ogni caso è bene stare ancora con i piedi per terra.  Secondo Jonathan Ball, professore di virologia molecolare dell’Università di Nottingham, è ancora troppo presto per parlare di un vaccino che possa realmente combattere il raffreddore. “Il brevetto è ancora molto lontano dall’essere approvato”, spiega l’esperto. “I rinovirus sono rinomati per la loro variabilità e la loro capacità di mutare per sfuggire alla nostro sistema immunitario e provocare infezioni per tutta la vita. Ci sono, inoltre, più di 100 diversi ceppi del virus e trovare un vaccino in grado di combatterli tutti sarà difficile”.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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