Valanghe imprevedibili

Prevedere una valanga? Impossibile, a causa delle particolari proprietà fisiche della neve. Lo sostengono Herwing Peterlik e i suoi collaboratori dell’Università di Vienna, in un articolo pubblicato su Physical Review E. Dai loro esperimenti è emerso infatti che due strati apparentemente identici di neve possono spezzarsi e franare in circostanze molto differenti: uno può resistere a forti pressioni, mentre un altro può rompersi per una minima vibrazione. Gli sciatori valutano il pericolo di una valanga osservando la pendenza della montagna, l’esposizione al sole, la possibilità che uno strato di neve possa essersi depositato su una lastra di ghiaccio, ma non sempre tali parametri sono sufficienti, e ogni anno almeno 200 persone perdono la vita a causa di una valanga. Per questo, diversi ricercatori stanno cercando di sviluppare simulazioni al computer che permettano di valutare meglio il rischio di questi eventi. Per farlo serve una conoscenza precisa della resistenza di una data quantità di neve alla pressione, e il gruppo di Peterlik ha cercato di misurarla. Utilizzando campioni di neve, i ricercatori hanno verificato che in media la resistenza della neve alla pressione aumenta con la sua densità e compressione, ma che può variare molto tra blocchi di neve con la stessa densità. La causa sarebbero piccole alterazioni all’interno del manto nevoso, quali crepe casuali, che possono determinare l’evento catastrofico. Generalmente, però, la resistenza di un materiale danneggiato internamente è inversamente proporzionale alla grandezza del materiale stesso, ma Peterlik non ha riscontrato tale caratteristica nella neve. La resistenza della neve e la probabilità di valanghe, quindi, non è determinata unicamente da questo fattore ma anche da altri ancora sconosciuti. (m.z.)

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