Salute

Veganuary, perché questo gennaio dovremmo essere tutti vegani

Provare non costa nulla. E potrebbe fare la differenza, sia in termini di benessere personale che di salute del pianeta. È ormai risaputo, infatti, che ridurre o eliminare il consumo di carne riduce il rischio di contrarre diverse malattie (e in generale allunga la vita) e, a cascata, si traduce in una maggiore sostenibilità ambientale. E allora perché non approfittare del nuovo anno per provare, almeno per un mese, un’alimentazione vegana? È questo lo scopo di Veganuary, organizzazione no-profit britannica che promuove, per l’appunto, il passaggio al veganismo per tutto il mese di gennaio.

Cos’è e come funziona

L’iniziativa, che in questo 2020 sbarca per la prima volta in Italia, è nata nel Regno Unito cinque anni fa, e al momento vi hanno aderito circa mezzo milione di persone in tutto il mondo: registrandosi al sito si ricevono 31 mail – una al giorno per tutto il mese – con ricette, informazioni e suggerimenti per passare a una dieta a base esclusivamente vegetale. Veganuary, fanno sapere i suoi promotori, conta 198 nazioni aderenti e si prefigge quest’anno di raggiungere quota 350mila iscritti. Tra i simpatizzanti all’iniziativa – promossa in Italia dall’associazione Essere Animali – ci sono personaggi celebri come Joaquim Phoenix, Paul McCartney e Evanna Lynch. “Chiunque decida di aderire all’iniziativa”, spiegano i promotori , “riceve via mail una sorta di ‘kit’ di informazioni di base per avvicinarsi all’alimentazione plant-based insieme a guide per conoscere ristoranti vegan friendly, suggerimenti su prodotti da acquistare e un database di ricette 100% vegetali da seguire per tutto il mese. I partecipanti sono poi invitati a condividere immagini e ricette sui social media, così da diffondere il messaggio che l’alimentazione plant-based è facile e alla portata di tutti”.

Vegani perché…

La scienza non smette di ribadirlo: tra cibi sostenibili e sani non serve scegliere. Perché, come ha certificato uno studio appena pubblicato su Pnas, i cibi più sani sono anche quelli che hanno un minor impatto sull’ambiente. Il risultato, in particolare, arriva da un’analisi in cui i ricercatori hanno studiato gli effetti combinati di salute e ambiente di alcuni cibi, nell’ottica di colmare, a loro avviso, un gap nel campo. Il risultato: i cibi ritenuti più salutari, quali frutta, verdura, legumi, olio e cereali integrali (alla base di un’alimentazione vegetale) sono quelli che impattano meno sull’ambiente, e viceversa (soprattutto per quanto riguarda la carne rossa, sia processata che non). Certo, ci sono eccezioni e scenari più sfumati, come quello relativo al pesce, alimento considerato generalmente salutare e che ha però impatti moderati sull’ambiente, o quello relativo alle bevande zuccherate, dannose per la salute ma a basso impatto ambientale. Per dirlo con le parole di Debra Roberts, ricercatrice dell’Intergovernmental Panel on Climate Change: “Diete bilanciate a base di alimenti vegetali, come cereali a grana grossa, legumi, frutta e verdura – ma anche cibi animali prodotti in modo sostenibile per ridurre il più possibile le emissioni – rappresentano una grande opportunità per adattarsi e limitare i cambiamenti climatici”. Buon Veganuary a tutti.

Credits immagine: Unsplash

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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