Zo’è fuori dall’isolamento

Un nuovo video realizzato da Survival International ci porta a conoscere gli Zo’è, una piccola tribù isolata che vive nella foresta amazzonica del Nord del Brasile. Il primo contatto con il mondo esterno lo ebbero nel 1987, quando i missionari fondamentalisti della New Tribe Mission costruirono una base nelle loro terre e gli Zo’è cominciarono a morire di malattie verso cui non avevano difese immunitarie. Ora questa popolazione si sta lentamente riprendendo. 

Il governo brasiliano ha riconosciuto ufficialmente il loro territorio e ha introdotto misure straordinarie per proteggerli: solo poche persone hanno il permesso di oltrepassare i loro confini, per limitare il rischio di trasmissione di malattie potenzialmente fatali, come l’influenza e il morbillo. E il Funai, il dipartimento del governo brasiliano per gli affari indigeni, ha allestito un campo base dotato di un mini ospedale per curare gli ammalati senza doverli trasferire in città. Tutto questo ha reso gli Zo’è la tribù più isolata tra quelle già contattate del Brasile. 

Da qui l’accusa che spesso viene rivolta al Funai di volerli mantenere in una sorta di “campana di vetro”. Resta il fatto, però, sostiene Survival, che questa politica ha salvato le loro vite. Ora la popolazione degli Zo’è é stabile, conta circa 250 persone, le comunità sono in buona salute e stanno ricominciando a crescere. Non solo. Sono sempre più desiderosi di conoscere il mondo esterno. Nel febbraio 2011 un gruppo di Zo’è si è spinto per la prima volta fino alla capitale Brasilia per chiedere un progetto di formazione per operatori sanitari propri e un programma che li coinvolga nella protezione della loro terra, minacciata, come nel caso degli indiani incontattati (vedi Galileo), dai cacciatori, dai raccoglitori e dai cercatori d’oro.

Credit immagine e video: Survival

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