Come nasce la capacità di fare analogie?

    Il ragionamento analogico è una delle capacità più straordinarie della mente umana. Non se ne trova traccia negli animali (se non forse, con molta difficoltà, nei primati), ed è alla base dei più sofisticati pensieri della nostra specie. Ma come nasce una funzione cognitiva così complessa? Gli scienziati se lo chiedono da tempo: è necessario, per esempio, aver già sviluppato le capacità linguistiche, o nasciamo già cognitivamente equipaggiati per questo tipo di astrazioni? Secondo una nuova ricerca alla quale ha collaborato la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste, pubblicata sulla rivista Child Development è probabilmente vera la seconda ipotesi: le capacità analogiche precedono il linguaggio e sono presenti già in bambini di soli pochi mesi.

    “Abbiamo lavorato con la relazione di uguaglianza/diversità, la più semplice, soprattutto perché esiste già un’ampia letteratura”, spiega Alissa Ferry, ricercatrice della Sissa e primo autore della ricerca. “Le ipotesi con cui siamo partiti erano essenzialmente tre: per cogliere questo tipo di relazione serve aver sviluppato almeno un po’ di capacità linguistiche, oppure usiamo strutture cognitive indipendenti dal linguaggio? E, se è questo il caso, queste strutture hanno una natura più generale e vanno sintonizzate sugli specifici tipi di relazione attraverso l’esperienza o al contrario contengono dei template, delle specie di matrici cognitive innate per ciascuna proprietà, che ci permettono di identificarla immediatamente?”.

    Per identificare quale di queste possibilità sia la più verosimile Ferry ha lavorato con bambini in età prelinguistica, dai 7 a 9 mesi, che venivano “addestrati” con coppie di pupazzetti uguali o diversi per poi verificare se erano in grado di generalizzare la proprietà osservata a nuove coppie di oggetti.

    “I bambini anche così piccoli sono in grado di individuare la proprietà astratta fra gli oggetti e poi riconoscerla in nuovi oggetti, ma non è sufficiente un’unica presentazione in fase di addestramento: hanno bisogno di un certo numero di prove per capire la relazione”, continua Ferry. Questo, spiega la ricercatrice, significa due cose: che la capacità di ragionamento analogico è indipendente dalle capacità linguistiche (e le precede) ma che non nasciamo con i template per la relazione di uguaglianza/diversità codificata nel nostro cervello, e dobbiamo fare un po’ di esperienza prima di impararla.

    Riferimenti: Prelinguistic Relational Concepts: Investigating Analogical Processing in Infants; Alissa L. Ferry, Susan J. Hespos and Dedre Gentner; Child Developement DOI: 10.1111/cdev.12381

    Credits immagini: photogramma1/Flickr

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