I tesori nascosti dell’Iraq

Un patrimonio archeologico ignoto, che apre una nuova finestra storica sulla Mesopotamia. Sono oltre cinquecento le epigrafi rinvenute in Iraq in una spedizione del Cnr di Roma, che svelano retroscena sconosciuti sulla dinastia di Ur, antica capitale della civiltà sumera. In questa città, infatti, il sito che ospitava la biblioteca di Ur ha restituito più di 500 tavole di argilla cruda e pece con impresse delle iscrizioni.

Sulle epigrafi figurano testi letterari databili attorno al 2600 a.C. (periodo di Fara) fino 2100 a.C. (III Dinastia di Ur), la cui esistenza era finora sconosciuta agli studiosi. Il team del Cnr, guidato da Silvia Chiodi, responsabile scientifico e coordinatore del “Progetto Iraq: Museo virtuale di Baghdad”, ha osservato come i testi di argilla costituiscano un ritrovamento eccezionale non solo per la tipologia dei manufatti, ma anche per il luogo di ritrovamento noto per essere di epoca esclusivamente preistorica.

Tanto che la presenza di numerose tavolette in superficie lascia pensare che in quel luogo esistesse una vera e propria biblioteca, e che dunque possano esserci altre migliaia di testi. Fino a oggi il sito di Eridu risultava puramente preistorico, quindi privo di scrittura, e una simile scoperta può aprire nuovi scenari sulla conoscenza della storia della Mesopotamia.

Ora verrà studiata una procedura di catalogazione e conservazione, e la possibilità di dedicare a questa straordinaria scoperta una finestra del Museo Virtuale, in via di realizzazione presso il Cnr. La scoperta segue, a pochi giorni di distanza, il ritrovamento, nei pressi di Nassyria, di una pietra angolare del 2100 a.C. che commemora la costruzione del tempio di Nanna da parte del re di Ur. (a.c.)

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