La forza del clan

L’altruismo e l’ostilità nei confronti di chi non appartiene alla propria “parrocchia” (parochialism in inglese) sono comportamenti umani piuttosto comuni e ben noti, apparentemente fra loro contrastanti.

Jung-Kyoo Choi della Kyungpook National University e Samuel Bowles dell’Università di Siena e del Santa Fe Institute (California) hanno utilizzato simulazioni al computer e sfruttato i principi della teoria dei giochi per dimostrare come nella storia delle società umane queste due tendenze comportamentali siano evolute insieme, combinandosi fra loro e determinando il successo di alcune popolazioni a discapito di altre. Le simulazioni sono state effettuate in condizioni virtuali analoghe a quelle del tardo Pleistocene e del primo Olocene (da 125mila a 10mila anni fa), su un campione virtuale suddiviso secondo quattro categorie opposte di individui: “parrocchiali” e tolleranti verso gli estranei da un lato, altruisti e non altruisti dall’altro.

I risultati mostrano che il maggior successo evolutivo si ottiene quando l’atteggiamento prevalente è il cosiddetto “altruismo parrocchiale”, ossia la solidarietà nei confronti dei membri dello stesso gruppo abbinata all’ostilità nei confronti degli altri, mentre le combinazioni delle altre categorie sono risultate meno vincenti. Se da una parte l’aggressività e il conflitto comportano dispendio energetico e aumentano il rischio di perdite umane, dall’altra l’eccessivo altruismo nei confronti dei membri di gruppi estranei lascia il campo all’affermazione di caratteri diversi a discapito dei propri. Le simulazioni mostrano né l’uno né l’altro dei due comportamenti assunti singolarmente porta una popolazione a prevalere sulle altre, ma è la combinazione fra i due a essere vincente per il successo riproduttivo e per la supremazia nelle guerre. (s.s.)

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