Rapporto su Mercurio

Era il 1974 quando esplorammo per la prima volta Mercurio da vicino. La sonda Mariner 10 in quella occasione scattò seimila fotografie e osservò il 40 per cento della superficie del pianeta. Nello scorso gennaio, dopo 34 anni, siamo tornati con la missione Messenger che, partita nel 2004, ha raggiunto la destinazione ed effettuato il suo primo sorvolo ravvicinato veloce (manovra denominata “fly-by”) del pianeta più vicino al Sole, a un’altitudine di appena 200 chilometri. Questo primo contatto ha consentito di esplorare un ulteriore 20 per cento di superficie e di raccogliere dati sulle caratteristiche chimico-fisiche, geomorfologiche, vulcanologiche, magnetiche e sulla composizione dell’atmosfera. Science dedica ai primi risultati delle osservazioni uno speciale composto da undici articoli.

Sulla base dei nuovi dati sono state riviste alcune teorie: l’origine di certe formazioni presenti sulla superficie è stata attribuita a fenomeni di natura vulcanica piuttosto che all’impatto di meteoriti come si riteneva in precedenza; anche la composizione chimica del pianeta ha mostrato interessanti peculiarità, come la scarsa presenza di ferro negli strati superficiali. I ricercatori hanno poi scoperto un gran numero di avvallamenti, fratture e altre strutture che sarebbero la traccia di un’attività di compressione gravitazionale del pianeta di entità maggiore di un terzo rispetto a quanto si pensasse. Gli studi di tipo magnetometrico, infine, hanno fornito un’immagine della struttura del pianeta molto dinamica, descrivendo le interazione fra i vari strati, dal nucleo alla crosta, alla superficie, all’atmosfera e allo spazio.

La sonda ha raggiunto Mercurio dopo aver esplorato Venere fra il 2006 e il 2007 e si stabilizzerà nella sua orbita nel 2011, dopo aver effettuato altri due passaggi ravvicinati. (s.s.)

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