2010, allarme radioattività nell’Artico

Uno dei più grandi disastri nucleari della storia potrebbe verificarsi nell’Artico verso la metà prossimo secolo. Il pericolo viene da 12 mila container a media e alta intensità e da 70 sommergibili nucleari che giacciono nei fondali del mar glaciale Artico. A lanciare l’allarme è l’Enea, Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, che insieme ai ricercatori di altri nove paesi europei ha preso parte ad una spedizione in Artico, nell’ambito del programma europeo “Sva ‘97”. I ricercatori hanno stimato che verso il 2010 i container e i sottomarini, corrosi dall’acqua, inizieranno a rilasciare radioattività in quantità dieci volte superiori a quelle dell’incidente di Chernobyl. Una notizia davvero inquietante, se si pensa che proprio in questi giorni il ministro della Sanità ucraino ha rivelato gli effetti sulla salute umana delle radiazioni rilasciate dall’esplosione del reattore di Chernobyl avvenuta dodici anni fa. Tra i bambini, i più colpiti, i casi di tumore alla tiroide sarebbero aumentati addirittura di dieci volte.Attualmente le acque dell’Artico registrano un tasso di radioattività inferiore ai limiti di legge, ma secondo i ricercatori entro poche decine di anni la situazione potrebbe cambiare e mettere a repentaglio la salute degli addetti delle basi militari artiche e dei piccoli insediamenti civili, oltre che della fauna, foche, orsi, uccelli, pesci e altri organismi marini. Intervenire non è facile per motivi di competenze giurisdizionali e territoriali. Per i ricercatori però, sarebbe ora che qualcuno affronti il problema rimuovendo dai fondali i container e smantellando i sommergibili inquinanti.(m.e.)

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