Polpi e calamari professionisti del camuffamento

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Per molte specie rendersi invisibili è una delle strategie più efficaci per sopravvivere e, per fare questo, molti animali sviluppano le più incredibili tecniche di camuffamento. Ma in alcuni habitat, per sfuggire agli occhi dei predatori, mimetizzarsi non basta, bisogna farlo in modo dinamico. A spiegare come sono Sarah Zylinski e Sönke Johnsen, biologi alla Duke University, autori di uno studio appena pubblicato su Current Biology.

I ricercatori hanno osservato un polpo e un calamaro (due cefalopodi) – Japetella heathi e Onychoteuthis banksii – che vivono a una profondità oceanica di 600-1000 metri (nella cosiddetta zona mesopelagica). Si tratta di un ambiente in cui l’intensità della luce è bassa, quasi assente sul fondale. Alcuni fattori, come l’ora del giorno, le condizioni atmosferiche e la maggiore o minore torbidità, contribuiscono a continui cambiamenti di luminosità.

Due strategie di camuffamento

Le specie animali che popolano queste acque mostrano due principali strategie di mimetismo: la trasparenza e la pigmentazione scura, nera o rossa. La prima consente agli animali più esposti alla luce di ridurre notevolmente la loro la visibilità; viceversa, una pigmentazione scura è più efficace per quelli che vivono in profondità, dove i raggi del sole non arrivano e la bioluminescenza, propria di alcuni predatori, è la principale fonte di luce. Ma il confine tra gli ambienti, in cui l’una o l’altra strategia è più conveniente, non è così rigido. La trasparenza di alcuni animali potrebbe riflettere la luce diretta emanata dai fotofori di un predatore, e la pigmentazione, se esposta alla luce ambientale, potrebbe svelare la sagoma dell’animale.

Lo switch istantaneo dei cromatofori

I due cefalopodi studiati da Zylinski e Johnsen, però, sembrano avere la soluzione a questo tipo di inconvenienti. Gli studiosi hanno osservato che, attraverso l’espansione e la contrazione dei loro cromatofori (cellule pigmentate contenenti granuli di pigmento), entrambi sono in grado di modificare rapidamente il loro aspetto, passando dalla trasparenza alla pigmentazione, a seconda del tipo di luce alla quale sono esposti.
Gli esemplari, catturati lungo la fossa Perù-Cile e nel Mare di Cortez, sono stati studiati in condizioni di scarsa luminosità ambientale e poi sottoposti a fasci di luce diretta blu. Dalla iniziale trasparenza, rapidamente sono passati a una pigmentazione rossa scura.

Credit per l’immagine: Sarah Zylinski

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