Cancro al pancreas, quali sono i segni precoci

Un aumento di un pool di amminoacidi, identificabile prima ancora che compaiano i sintomi caratteristici della malattia e che questa sia diagnosticale. Sarebbe questo il segno, precoce, della presenza di un cancro al pancreas, secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine, che sebbene non ancora utilizzabile come strumento diagnostico aiuterà i ricercatori a capire qualcosa di più su questa forma tumorale, tra  le più infauste.

“La maggior parte delle persone affette da adenocarcinoma duttale pancreatico (Pdac, la forma più comune del tumore)  vengono diagnosticate dopo che la malattia ha raggiunto uno stadio avanzato, e molti muoiono entro un anno dalla diagnosi”, spiega Brian Wolpin del Dana-Farber Cancer Institute, coautore dello studio: “Identificare la malattia prima che si sviluppi può migliorare la nostra capacità di trattarla con successo. In questo studio, ci siamo chiesti se il Pdac producesse dei cambiamenti metabolici – intesi come cambiamenti nel modo in cui il corpo usa l’energia e i nutrienti – che possono essere identificati prima che la malattia venga diagnosticata”. E qualcosa i ricercatori hanno trovato. 

Analizzando un centinaio di metaboliti nel sangue di circa 1500 persone – alcune delle quali hanno poi negli anni sviluppato cancro al pancreas – gli scienziati sono riusciti a identificare dei cambiamenti che precedono l’insorgenza del tumore. In particolare nei soggetti che avrebbero sviluppato la neoplasia si osservava un aumento di una classe di amminoacidi (quelli ramificati) in un lasso di tempo molto variabile: dai 2 ai 25 anni prima dell’insorgenza della malattia, sebbene più a ridosso di questa.

L’ipotesi dunque – dimostrata anche da esperimenti sui modelli animali – è che il manifestarsi di cancro al pancreas sia preceduto da un cambiamento del profilo metabolico delle persone, che si manifesta con l’innalzamento dei livelli degli amminoacidi ramificati. Amminoacidi che si accumulano nel sangue in seguito al deterioramento dei muscoli, un fenomeno simile a quanto osservato nei pazienti con cachessia da tumore (la cachessia è un forte deperimento del corpo che spesso accompagna i malati oncologici). 

Sebbene quanto osservato non possa ancora considerarsi un nuovo sistema diagnostico, le speranze che lo diventi in futuro ci sono, come non nasconde Vander Heiden del Mit e del Dana-Farber Cancer Institute, tra gli autori del paper: “Questo lavoro ha il potenziale di incentivare i progressi per rilevare i tumori pancreatici molto prima di quanto si faccia oggi e di individuare nuove strategie di trattamento per le persone con la malattia”. 

Nature Medicine:  doi:10.1038/nm.3686

Credits immagine: Ed Uthman/Flickr CC

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