Vaccini, meglio soli o accompagnati?

Non ci sono più i vaccini di una volta. E meno male. Perché anche la controversa esavalentevaccinazione unica contro 6 malattie diverse – è quasi 100 volte più leggera dei 5 vaccini separati che si facevano cinquant’anni fa. Un risultato reso possibile dai miglioramenti nelle tecnologie di produzione, come si legge nella “Guida intergalattica per genitori dubbiosi”, vademecum pubblicato da EpiCentro e redatto in collaborazione con la campagna #IoVaccino.

Si tratta di un dato che potrebbe rassicurare i tanti genitori (circa il 35%, stando ad uno studio negli Usa del 2011) che ritengono che i bambini ricevano troppe vaccinazioni in un’unica seduta e comunque troppe nei primi mesi di vita. Il timore diffuso è che il sistema immunitario a 1-2 anni d’età sia troppo delicato per far fronte a un numero elevato di vaccinazioni.

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L’opposizione è soprattutto rivolta al vaccino esavalente (contro difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B e H. influenzae) e a quello trivalente Mpr (morbillo, parotite, rosolia). Insieme, questi due vaccini proteggono contro 9 delle 11 patologie per cui è prevista la vaccinazione entro i primi due anni di vita. L’introduzione dei vaccini polivalenti, contro più malattie in contemporanea, aveva lo scopo di ridurre il numero di iniezioni (e il fastidio arrecato ai piccoli pazienti) a fronte dell’aumento negli anni del numero di malattie per cui era raccomandata la vaccinazione.

Tuttavia, a differenza dei vaccini “storici” ottenuti da estratti completi di batteri, oggi è possibile conoscere in anticipo qual è il pezzo (o come dicono gli esperti, l’antigene) dell’agente patogeno che scatena il nostro sistema immunitario, e produrre un vaccino contenente quell’unica parte, riducendo di molto il numero di molecole introdotte nel corpo con la vaccinazione.
L’ampliamento nel tempo della lista dei vaccini potrebbe far pensare che il sistema immunitario di un bambino di oggi sia sovraccarico rispetto ad un bimbo di cinquant’anni fa. In realtà è proprio il contrario: grazie a questi nuovi vaccini “intelligenti” il numero totale di antigeni somministrati oggi è molto inferiore a quello di una volta.

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“Quanto al livello di efficacia”, aggiunge Susanna Esposito, direttrice della Pediatria ad Alta Intensità di Cura al Policlinico di Milano e membro della Commissione Vaccini della Società Italiana di Immunologia e Allergologia Pediatrica, “le formulazioni polivalenti devono dimostrare di essere almeno paragonabili alle formulazioni monovalenti o polivalenti precedentemente disponibili, e con pari o minori effetti collaterali”.

Ma qual è l’impatto di questi antigeni, pochi o tanti che siano, sul nostro sistema immunitario? Uno studio di qualche tempo fa ha stimato che le 11 vaccinazioni che un bambino riceve in contemporanea negli Stati Uniti occupano solo lo 0,1% del suo sistema immunitario. Paradossalmente, l’incontro con un singolo agente patogeno (composto da un numero elevatissimo di antigeni) impegna il sistema immunitario di un bambino molto più di quanto faccia il numero totale di antigeni di tutte le vaccinazioni.

Lavoro svolto in collaborazione con Dataninja per il Master in giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara. 

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Credits immagine: Direct Relief/Flickr CC

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