Le previsioni del tempo si fanno anche su Marte

Marte
(Immagine: Nasa)
Marte
(Immagine: Nasa)

La meteorologia presto si farà anche su Marte. A divenire prevedibili sul pianeta rosso però non saranno pioggia o neve (che non ci sono) ma le tempeste globali di sabbia. Sebbene la forza di queste tempeste non sia così impetuosa come quella raffigurata nelle prime scene del film “The Martian”, la sabbia, però, può compromettere le apparecchiature elettroniche, oltre che diminuire la disponibilità di energia solare, ed evitarle sarà quindi di fondamentale importanza per una futura missione umana sul pianeta. A rendere possibili le previsioni dovrebbe essere un modello messo a punto sulle passate tempeste e pubblicato nel 2015 sulla rivista Icarus, la cui affidabilità – avverte oggi la Nasa – sarà messa alla prova nelle prossime settimane.

Stando al modello, elaborato da James Shirley del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il pianeta dovrebbe infatti essere presto sconvolto da una tempesta di sabbia globale, che offrirà una preziosa occasione per verificare l’accuratezza dei calcoli effettuati.

“Marte raggiungerà la fase centrale delle sue tempeste stagionali il 29 ottobre di quest’anno”, afferma Shirley: “Secondo il modello trovato, crediamo molto probabilmente che una tempesta globale comincerà tra un po’ di settimane o mesi a partire da tale data”.

Tempeste di sabbia locali avvengono frequentemente su Marte. Occasionalmente queste crescono o si fondono formando sistemi regionali soprattutto durante le primavere e le estati meridionali, quando il pianeta è più vicino al Sole. Meno frequentemente le tempeste regionali producono una foschia polverosa che circonda il pianeta oscurando le caratteristiche della superficie. E ancora più di rado, tali eventi assumono le caratteristiche di vere e proprie tempeste globali come quella che nel 1971 salutò la sonda Mariner 9, la prima a orbitare su Marte.

Eventi di questa portata sono importanti da prevedere, perché rappresentano una minaccia concreta per le missioni della Nasa sulla superficie del pianeta. La tempesta più recente, avvenuta nel 2007, ha notevolmente ridotto ad esempio la disponibilità di energia solare per i due rover presenti sul pianeta: Spirit e Opportunity. “La tempesta del 2007 ha rappresentato la maggiore minaccia per i rover dal momento del loro atterraggio”, spiega John Callas, project manager di Spirit e Opportunity. “Abbiamo dovuto adottare speciali misure per consentire la loro sopravvivenza nonostante la scarsa luminosità. Ogni rover era tenuto acceso soltanto un po’ di minuti al giorno, abbastanza da riscaldarli e poi spenti sino al giorno successivo senza nemmeno comunicare con la Terra. Per molti giorni, nei momenti peggiori della tempesta, i rover sono stati completamente lasciati a loro stessi”.

Il Pianeta Rosso è stato osservato avvolto da polveri e sabbia nove volte dal 1924, e le cinque tempeste più recenti sono state riscontrate nel 1977, 1982, 1994, 2001 e 2007. Il numero di queste, però, è senza dubbio più alto perché in alcuni anni nessun satellite osservava Marte abbastanza da vicino, inoltre capitava che il pianeta fosse mal posizionato rispetto ai telescopi terrestri durante la fase in cui più probabilmente si verificavano le tempeste.

Il modello messo a punto da Shirley relaziona le ricorrenze con cui si verificano le tempeste globali con variabili collegate al movimento orbitale di Marte. Altri pianeti causano degli effetti sulla quantità di moto (momentum) di Marte mentre questo orbita attorno al Sole. Questi effetti sulla quantità di moto variano con un ciclo temporale di circa 2,2 anni, più del tempo che Marte impiega per compiere un’orbita attorno al Sole: circa 1,9 anni. La relazione tra questi due cicli varia in continuazione e Shirley ha notato che le tempeste globali di sabbia si verificano quando la quantità di moto di Marte è in aumento durante la prima parte della stagione delle tempeste. Nessuna di queste ultime, nella storia dei dati registrati, si è verificata quando la quantità di moto stava diminuendo durante la prima parte della stagione delle tempeste.

Attualmente, stando ai dati raccolti dallo studio, tutte le caratteristiche dell’attuale stagione delle tempeste di sabbia marziane sono simili alle condizioni che hanno generato le scorse tempeste e l’osservazione del pianeta nei prossimi mesi permetterà di confermare se le previsioni sono state corrette.

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