Si è allungata l’adolescenza?

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(Foto via Pixabay)

La consideriamo, d’abitudine, una fase della vita tanto bella quanto problematica, l’adolescenza, quel periodo a metà strada, sospesi tra l’essere bambini e non ancora adulti, con confini non ben definiti, ma anche in evoluzione. Così almeno oggi rivendica un articolo apparso su The Lancet Child & Adolescent Health, a firma di un gruppo di esperti che invita a riconsiderare l’intervallo dell’adolescenza: non più tra i 10 e i 19 anni, piuttosto sarebbe più opportuno parlare di adolescenza tra i 10 e i 24 anni.

L’idea di fondo degli esperti è che le cose siano cambiate, non tanto che lo sia la biologia (un po’ anche quella) quanto piuttosto la società e i ruoli assunti dalle persone nelle diverse fasi della vita. Scrivono in proposito: “La pubertà precoce ha accelerato l’inizio dell’adolescenza in quasi tutte le popolazioni, mentre la comprensione dei meccanismi di crescita continua ne ha innalzato i termini ben oltre i venti anni – continuano – In parallelo, l’allungamento dei tempi per le transizioni di ruolo, inclusi il completamento dell’istruzione, il matrimonio e la genitorialità continuano a spostare la percezione del momento in cui cominci l’età adulta“. Come se, detto in altre parole, si allungasse il tempo in cui si è giovani, giovanissimi e l’adolescenza si fosse allargata.

Considerarla in modo più ampio avrebbe risvolti importanti, sia per le leggi che per le politiche sociali, spiegano gli esperti. “Anche se molti privilegi legali cominciano a 18 anni, l’assunzione dei ruoli adulti e delle responsabilità generalmente avviene dopo”, spiega Susan Sawyer del Royal Children’s Hospital in Melbourne, primo nome del paper, come riporta la Bbc Di parere analogo è Jean Twenge, professoressa di psicologia alla San Diego State University che (riferendosi alla popolazione Usa) osservava come tra gli adolescenti fossero diminuite le attività tipicamente considerate da adulti, come se la generazione di adolescenti stesse ritardando le responsabilità e i piaceri dell’età più matura, scriveva su The Conversation, senza nessuna fretta di crescere.

“Le definizioni delle età sono sempre state arbitrarie ma la nostra definizione attuale dell’adolescenza è eccessivamente limitata”, riprende Sawyer. Ma se da un lato considerare i giovani più giovani a lungo servirebbe a rimodellare le leggi e le politiche sociali, adeguandole maggiormente ai ruoli attuali che essi hanno nella società di oggi, riconoscendo i cambiamenti del tempo, dall’altro c’è chi intravede anche un pericolo nell’allargare l’età dell’adolescenza. Jan Macvarish, sociologa dell’Università del Kent, raggiunta dalla Bbc, sostiene come lo sviluppo dei giovani sia più influenzato dalle aspettative della società che dalla biologia e che spendere i propri vent’anni muovendo i primi passi nel mondo del lavoro o studiando non significa necessariamente essere infantili, piccoli.

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