Dalla malattia di Huntigton una molecola “killer” dei tumori

(foto: NIH Image Gallery/Flickr CC)

Da tempo si sa che i pazienti affetti da malattia di Huntington, una devastante patologia neurodegenerativa ereditaria, sono meno colpiti da forme tumorali. Un’incidenza ridotta di quasi l’80% rispetto alle persone sane. Ora un gruppo di ricercatori della Northwestern Medicine sostiene dalle pagine della rivista Embo Journal di aver scoperto in che modo questi due fatti sono collegati: una delle cause molecolari della malattia, che – per quanto si conosce oggi – determina la morte delle cellule nervose, provoca collateralmente anche la distruzione delle cellule tumorali. Un “effetto killer potentissimo” secondo gli autori, da cui partire per sviluppare un possibile trattamento per sconfiggere i tumori.

La malattia di Huntington è causata dalla mutazione del gene dell’huntingtina: una parte della sua sequenza (la tripletta di basi azotate CAG) è ripetuta per un numero di volte superiore al normale e, quando trascritta, genera molecole di RNA con una regione anch’essa espansa. Si pensa che una delle cause della progressiva morte dei neuroni nella malattia di Huntington sia appunto dovuta all’interferenza che questi RNA anomali (siRNA) esercitano sugli altri processi cellulari, inibendo in particolare l’espressione di geni fondamentali alla sopravvivenza della cellula.

Non è la prima volta che il gruppo della Northwestern mette nel mirino i siRNA, definendoli delle “fantastiche molecole killer del cancro”. L’ipotesi di Andrea Murmann, che ha condotto le indagini, è che i siRna siano un antico sistema che gli organismi hanno sviluppato nel corso dell’evoluzione proprio per difendersi dai tumori. Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno cercato condizioni in cui fosse noto un problema a carico dell’RNA, che presentassero anche un basso tasso di incidenza di tumori. La malattia di Huntigton risponde a entrambi i requisiti. In più i siRNA identificati in questa patologia sono molto simili a quelli scoperti nelle precedenti indagini dei ricercatori statunitensi.

Il passo successivo, dunque, è stato quello di verificare se i siRNA dell’Huntington avessero davvero proprietà anti-cancro. Perciò gli scienziati hanno creato delle nanoparticelle cariche di siRNA e le hanno indirizzate contro cellule tumorali in vivo. I primi risultati sembrano promettenti: dirette contro differenti linee cellulari tumorali (ovaio, seno, polmoni, prostata, fegato, cervello, pelle e colon) sia umane sia murine, le nanoparticelle con i siRNA hanno provocato l’arresto della crescita del cancro. I dati sono ancora preliminari, ma l’equipe sta già lavorando per migliorare il sistema che veicola le nanoparticelle contro i tumori, così da bombardarli in modo specifico.

Tuttavia, i risvolti di questo approccio non sono ancora tutti noti. Va ricordato che i siRNA della malattia di Huntington sono ritenuti responsabili dello sviluppo dei sintomi della patologia, e non si sa se la loro somministrazione a persone malate di cancro ma neurologicamente sane possa avere conseguenze. Gli autori dello studio, però, sono ottimisti. È loro opinione che i malati di Huntington, in quanto portatori della mutazione, siano esposti per tutta la vita all’azione delle molecole anomale di RNA e solo quando il danno tissutale supera una certa soglia critica la malattia si manifesti.

Se i risultati preliminari di questo studio saranno confermati, si potrà pensare di sviluppare una strategia che preveda la somministrazione di nanoparticelle di siRNA per un periodo di tempo limitato, quello indispensabile a distruggere il tumore, senza timore di indurre sintomi simili a quelli della malattia di Huntigton.

Riferimenti: Embo Journal

Credit: NIH Image Gallery/Flickr CC

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