50 anni di Dna

Dare una forma concreta e tangibile all’acido desossiribonucleico o, per brevità, Dna: sembra essere questo l’obiettivo che la mostra “La doppia elica del Dna. 50 anni dopo” intende raggiungere, riuscendoci pienamente. Poco più di 50 anni fa, era il 28 febbraio 1953, Francis Crick annunciò di aver scoperto il “Segreto della vita”. Una romantica versione della vicenda vuole che Crik raccontò, a gran voce, la scoperta ai suoi colleghi riuniti nel Eagle Pub di Cambridge. Crick, inglese, e James Watson, statunitense di Chicago, avevano scoperto la struttura a doppia elica del Dna, erano riusciti a dare forma allo strumento che consente la grande diversità degli esseri viventi e muove il motore dell’evoluzione e a guadagnarsi un premio Nobel. La scoperta venne pubblicata il 25 aprile dello stesso anno su Nature, insieme alla prima grafica rappresentativa del Dna. La mostra, realizzata dalla Fondazione Adriano Buzzati-Traverso (il fratello scienziato dello scrittore Dino)con il supporto del Miur, della Fondazione Antoio Ruberti e di Fondazione Pfizer, si articola a “rete”: a Roma è ospitata nella ex Centrale Montemartini, un vecchio stabilimento recuperato, grazie ad una riuscita operazione di archeologia industriale, a struttura mussale; a Napoli presso l’Università Federico II; a Milano nel Museo “Leonardo da Vinci”; a Padova presso Palazzo Bo.Le dimensioni, modeste, della mostra sono inversamente proporzionali alla ricchezza della divulgazione scientifica che questo curatissimo allestimento riesce a realizzare. Sette pannelli, divisi in 16 dettagliate sezioni, narrano questa “storia”: dagli spunti offerti dalle ricerche sui meccanismi dell’ereditarietà del monaco Gregor Johann Mendel, fino ad arrivare alle attuale tecniche di ingegneria genetica e alle “Varie tappe del dibattito e delle controversie etico-sociali”.La mostra riesce a stimolare l’interesse e la fantasia, non solo dei visitatori più piccoli, grazie a delle riproduzioni, fedeli quanto imponenti, degli attori di questa narrazione. Si comincia con il modello di una cellula, ingrandita 100.000 volte, che assomiglia a un vecchio satellite Sputnik, si prosegue con un cromosoma alto come un adulto per arrivare, poi, a un moscerino della frutta e un topo che potrebbero essere tenuti al guinzaglio.Non sono solo le scenografie a rendere godibilissima la celebrazione dei 50 anni del Dna.Insieme ad alcune postazioni multimediali che riproducono filmati e consentono la navigazione del sito della mostra, altri modesti strumenti fanno familiarizzare con la biologia molecolare e “ammiccano” al Dna. Questi sono solo alcuni degli “exhibit interattivi” utilizzati.Una corda lunga due metri rappresenta l’estensione completa del Dna di una sola cellula e, grazie al velcro che la riveste, permette di essere manipolata e ricostruita come, appunto, una doppia elica. Pezzetti di plastica con le scritte AT e GC, le basi del Dna, creano una sorta di puzzle che Watson completa e spiega in un filmato, raccontando come, stanco di aspettare il modello commissionato all’officina del laboratorio, nel 1953, realizzò il prototipo del modello con forbici e cartoncino, svelando la “perfetta simmetria della doppia elica”.Più in là gli altoparlanti di un video al plasma suonano la musica, composta da Giuseppe Armezzani, del Dna, una melodia ottenuta associando ai quattro nucleotidi (adenina, guanina, citosina e timina) le note musicali Fa, Do, Mi e Si. Si ascolta una musica ricca di toni, sobria e caratterizzata dalla ripetizione di un tema dominante e dalle sue variazioni, accompagnata in chiave di basso.L’esposizione, che festeggia l’acido desossiribonucleico e i suoi scopritori, è ben equilibrata tra storia e didattica, e riesce a introdurre anche il meno informato dei visitatori nel mondo della genetica e offrire tutte le cognizioni utili per riflettere e rispondere alle domande poste dagli attualissimi temi, non solo scientifici, che riguardano le biotecnologie con tutte le possibili e temute ricadute.La doppia elica del Dna. 50 anni dopoCentrale MontemartiniVia Ostiense, 106 – RomaFino al 28 marzo 2004da martedì a domenica 9.30 – 19.00chiuso lunedìbiglietto integrato Mostra + Museo: interno € 4,20 ridotto € 2,60Info: 0639967800http://50annidna.pfs.unipd.it

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