Crittografia, arma affilata

Stephen Budiansky
La guerra dei codici
Spie e linguaggi cifrati nella seconda guerra mondiale

Garzanti, 2002
pp. 633, euro 27,00

Come fonte, oltre un milione di pagine di documenti resi pubblici negli ultimi cinque anni dall’esercito americano e dalla marina britannica. Dalla sua, anche una laurea in matematica applicata conseguita presso l’Università di Harvard. Con questi strumenti Stephen Budiansky che vanta una lunga collaborazione con giornali come The Economist e New York Times si è immerso nello studio dei codici cifrati militari nella seconda guerra mondiale e nel periodo precedente. Risultato: ‘La guerra dei codici – spie e linguaggi cifrati nella seconda guerra mondiale’ è una lucida ricostruzione del ruolo dei servizi segreti in quel periodo. Anche senza una preparazione specifica, il libro – che è una sintesi ben riuscita tra obiettività dei dati e linguaggio narrativo proprio della migliore letteratura di spionaggio – riesce ad appassionare il lettore ad argomenti generalmente riservati a pochi specialisti.

Non che il linguaggio sia banale: l’autore infatti ricorre anche a termini tecnici spiegati di volta in volta da un glossario posto alla fine del libro. Alcuni esempi: la ‘SIGABA’ cioè la macchina cifrante dell’esercito americano, conosciuta nella marina statunitense come Macchina cifrante elettrica. E ancora il termine ‘pesce’, il nome assegnato dagli alleati ai messaggi tedeschi cifrati non con il codice morse. E la parola ‘Magic’, il nome con cui gli americani indicavano le informazioni segrete dei cifrari diplomatici di alto livello nipponici. Non solo, un’appendice del libro ricostruisce la cronologia della crittoanalisi a partire dal 1923 quando la macchina Enigma, il complesso sistema messo a punto dai tedeschi per crittare i messaggi, venne presentata al Congresso dell’Unione postale internazionale di Berna. E ancora, in un’altra invece si effettua una crittoanalisi della macchina porpora gettando luce sul suo funzionamento.

Con una notevole mole di informazioni inedite, La guerra dei codici getta luce per la prima volta su uno degli aspetti più misteriosi e affascinanti del Secondo Conflitto mondiale. Al centro del romanzo la macchina Enigma (al centro anche dell’omonimo film nelle sale in questi giorni), e il ruolo degli Alleati che riuscirono a decrittarne i messaggi. Il segreto del successo? Tanta applicazione e un pizzico di fortuna. Ma anche il genio di Alan Turing, il matematico inglese che proprio per studiare il linguaggio cifrato costruì i primi computer. Il libro racconta i rapporti tra comandi militari, vertici politici e servizi di spionaggio e controspionaggio, sottolineando il ruolo che nel conflitto ebbero francesi e polacchi e la rivalità tra americani e inglesi per ottenere il monopolio del controspionaggio. Mappe e illustrazioni aiutano il lettore nella comprensione dei passaggi più difficili. Alla fine della lettura resta dunque una domanda: quale è stato effettivamente il ruolo e il peso della guerra dei codici sull’esito del conflitto?

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here