Categorie: Società

A lezione di creatività da Isaac Asimov

È una delle organizzazioni più segrete al mondo. Oggi si chiama Darpa, acronimo per Defense Advanced Research Project Agency, ma fino al 1972 era nota come Arpa. È l’agenzia degli Stati Uniti che si occupa di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie in ambito militare. A quanto pare, oltre ad avvalersi della competenza di scienziati ingegneri, i dirigenti dell’Arpa, cinquantacinque anni fa, chiesero una consulenza d’eccezione: si rivolsero a Isaac Asimov, lo scrittore di fantascienza più famoso al mondo, perchéinsegnasse loro come partorire grandi idee. Ovvero, in altre parole, tutti i segreti della sua creatività. Il lavoro dello scrittore era rimasto inedito fino a oggi.

Come spiegano Mit Technology Review e Gizmodo, Asimov incontrò i dirigenti dell’Arpa a Boston, e, pur accettando la commissione, decise di non prendere un impegno a lungo termine con l’associazione, temendo che l’accesso a materiale segreto avrebbe limitato la sua libertà di espressione. Nel lavoro,finalmente consultabile, Asimov sostanzialmente suggeriva che l’unico modo per favorire la creatività fosse di dare alle persone tanto tempo libero. “Probabilmente ciò che inibisce la creatività più di ogni altra cosa è il senso di responsabilità. Le più grandi idee di tutti i tempi sono arrivate da persone che non erano pagate per avere grandi idee, ma per fare gli insegnanti, gli impiegati all’ufficio brevetti o gli impiegati. O addirittura non erano pagati affatto. Le grandi idee arrivano come questioni secondarie“.

C’era però un problema. I dipendenti dell’Arpa erano (e sono attualmente) pagati con soldi pubblici, e dunque era necessario evitare che si pensasse stessero sprecando tempo e denaro: “Suggerirei che ai partecipanti alle sessioni di brainstorming siano assegnati compiti leggeri, sinecure – come piccoli report da scrivere, sintesi dei loro studi, brevi risposte a problemi – e siano pagati solo per quello”.

In questo modo, secondo Asimov, l’opinione pubblica non avrebbe avuto niente da ridire, perché gli esperti avrebbero prodotto qualcosa di tangibile per giustificare il proprio compenso, e d’altra parte a questi ultimi sarebbe rimasto abbastanza tempo perché, liberi dal giogo del “senso di responsabilità”, avessero potuto partorire le loro grandi idee. Fatti pagare per un lavoro routinario e (quasi) inutile, e libera il tuo genio quando perdi tempo.

Credits immagine: Rowena Morrill/Wikipedia
Via: Wired.it

 

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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