A Pompei le tombe erano delle discariche

Nella Pompei del primo secolo i morti riposavano accanto alla spazzatura, e i cimiteri erano vere e proprie discariche. Questa circostanza, già nota ma solo recentemente rievocata grazie agli scavi coordinati da Allison Emmerson, dell’Università di Cincinnati, non era legata alla mancanza di rispetto verso i defunti o al degrado urbano, visto che i rifiuti occupavano gli angoli di ogni zona abitata (dalle strade ai giardini). La nuova ricerca, presentata all’incontro annuale dell’Archaeological Institute of America, mette anche in discussione l’ipotesi di lunga data che associava questo modo di fare a una fase decadenza post-terremoto.

Già a partire dagli scavi del diciannovesimo secolo, l’immondizia accumulata dentro e attorno alle tombe di Pompei fu motivo di perplessità fra gli archeologi. I “cassonetti” improvvisati, spesso contenenti resti di ossa macellate, frammenti di ceramiche e scarti di edilizia, sono giunti fino a noi grazie allo strato di ceneri e lapilli eruttati dal Vesuvio nel 79 d.C., che fossilizzò innumerevoli altri “fotogrammi” di quotidianità pompeiana. La prima ipotesi elaborata dagli archeologi, sopravvissuta sino a poco tempo fa, sosteneva che l’abbandono dei rifiuti nei luoghi frequentati fosse dovuta a un periodo di decadenza, successivo al terremoto del 62 d.C. Era infatti inaccettabile, agli occhi dei ricercatori, l’idea che i cimiteri fossero usati come discariche.

Le campagne archeologiche degli ultimi quindici anni hanno però provato che Pompei uscì tutt’altro che sopraffatta dal terremoto del 62 d.C. e visse un periodo di rinnovamento fino al 79 d.C., continuando ad essere una delle città più ricche e floride dell’impero romano. “Questo fatto – riferisce Emmerson – ci fa chiedere nuovamente il perché di così tanta spazzatura nei cimiteri, che di sicuro non furono abbandonati fino all’eruzione del Vesuvio”.

Come attestano le ricerche di Emmerson, il cimitero era solo una delle destinazioni finali dell’immondizia. Resti di cibo o di attività edilizie erano sparsi casualmente nei pavimenti delle case, stratificati nei vicoli e nelle principali vie o addossati alle mura della città. Non avendo Pompei un sistema centralizzato di gestione dei rifiuti, le persone avevano imparato a vivere a stretto contatto con essi. E i cimiteri, considerati dai romani luoghi pubblici come altri, godevano dello stesso riguardo che si deve a un ponte o a una piazza.

Riferimenti: University of Cincinnati

Credit Video: Allison Emmerson, University of Cincinnati Jackie and Bob Dunn,pompeiiinpictures.com Painting by J. Ph. Hackert, courtesy of Jackie and Bob Dunn,pompeiiinpictures.com The Pompeii Archaeological Research Project: Porta Stabia

Crediti immagine: Allison Emmerson, University of Cincinnati

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