A rischio di ansia con la sedentarietà?

Una vita sedentaria non nuocerebbe solo alla salute fisica ma anche a quella mentale. Questo almeno è quanto suggerisce una review pubblicata su Bmc Public Health che ha trovato un’associazione tra attività che comportano poco dispendio energetico (come appunto quelle molto sedentarie) e un maggior rischio di soffrire di ansia.

In realtà l’ansia, che si stima colpire circa 27 milioni di persone nel mondo, non è un disturbo puramente mentale. Oltre a limitare il comportamento delle persone, spingendole a preoccuparsi troppo, influenzando il normale svolgimento delle attività quotidiane, sono associati all’ansia anche sintomi fisici: dal mal di testa, all’aumento del battito cardiaco alla tensione muscolare.

L’idea di indagare sul possibile legame tra ansia e sedentarietà, spiega Megan Teychenne del Deakin University’s Centre for Physical Activity and Nutrition Research (C-PAN, Australia), a capo dello studio, nasce dall’osservazione che negli ultimi tempi, parallelamente a un aumento degli stili di vita moderni e sedentari si è osservato anche un aumento dei sintomi ansiosi.

Per capire se effettivamente un legame esistesse Teychenne e colleghi hanno passato al setaccio nove studi sul tema, relativi al tempo totale passato seduti e ai comportamenti ritenuti sedentari, come lo stare seduti a lavorare al PC, guardare la tv, usare mezzi pubblici. I risultati emersi dalla review hanno mostrato che in alcuni casi (cinque studi su nove) comportamenti sedentari erano associati a un maggior rischio di ansia, così come (in quattro studi) per il tempo totale passato da seduti. Degli studi presi in esame alcuni riguardavano anche i ragazzi e in un caso sembra che gli adolescenti che passavano più di due ore davanti agli schermi (tv o PC) avessero più probabilità di soffrire d’ansia rispetto ai coetanei meno consumatori di video. Va detto però, come precisano gli autori, che le evidenze relative al legame tra ansia e comportamenti sedentari (o tempo passato seduti) sono moderate e che le evidenze sul rischio di ansia con l’uso di pc, tv sono nel complesso inconsistenti.

Si tratta infatti di indagini preliminari, ha spiegato Teychenne, aggiungendo come ci sia ancora bisogno di indagare meglio, ed eventualmente confermare, l’associazione suggerita dalla review. Ma farlo è di vitale importanza, ha precisato la ricercatrice, così da avere strumenti in grado di combattere gli stati ansiosi. Stati che potrebbero essere dovuti, in questi casi, a disturbi del sonno, a un metabolismo alterato o agli effetti di una ridotta attività sociale.

Via: Wired.it

Credits immagine: tripu/Flickr CC

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

Visualizza i commenti

  • Sarò un'eccezione, ma l'ansia mi viene quando mi devo alzare dalla poltrona o dal letto, dipende dai turni, per andare al lavoro.

  • Può essere che la sedentarietà in qualche modo favorisca l’ansia. In quanto se ad esempio svolgiamo attività come guardare la tv o un computer, mancano il contatto, una relazione reale con l’altro e quindi il confronto, che di per sé favoriscono benessere.
    Queste situazioni al contrario possono favorire la chiusura in sé stessi e ad esempio il rimuginare, attività che portano l’accentuarsi dell’ansia.

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