All’indomani della deposizione della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa, arriva oggi un appello dell’Associazione Luca Coscioni, che chiede al Governo Renzi di cancellare al più presto quel che resta della legge 40. La controversa norma, emanata nel 2004, è stata infatti smantellata negli ultimi a colpi di sentenze della Consulta, e secondo l’Associazione è arrivato il momento di nuove linee guida, che allineino definitivamente il nostro Paese alle norme prevalenti nel resto d’Europa.
Nelle motivazioni depositate dalla Corte Costituzionale si legge che il divieto di fecondazione eterologa non ha fondamento costituzionale, è lesivo del principio di uguaglianza, e che la sua cancellazione non fa venire meno le tutele per i soggetti coinvolti e non lascia un vuoto normativo né sul piano normativo né su quello scientifico. La sentenza lascia però in piedi il divieto di ricorrere all’eterologa per le coppie fertili ma portatrici di gravi patologie genetiche, tema su cui i giudici costituzionali saranno presto chiamati ad esprimersi, dopo che il tribunale di Roma ha sollevato dubbi di costituzionalità anche su questo aspetto della legge vigente.
Altro tema controverso è il divieto di utilizzo a scopo di ricerca degli embrioni non idonei all’impianto, aspetto su cui la Grande Camera della Corte Europea per i Diritti Umani sarà chiamata ad esprimersi proprio domani. A 10 anni dall’approvazione della legge 40, l’Associazione Luca Coscioni chiede quindi a Renzi di rivedere finalmente l’intero impianto normativo che regola la procreazione assistita nel nostro Paese, prima siano i giudici a smantellarlo definitivamente.