Categorie: AmbienteVita

Acque profonde: la pesca deve essere sostenibile

“Se volete pescare nelle acque profonde, dovete farlo in modo sostenibile.” A parlare è Oliver Drewes, portavoce della Commissione europea per gli affari marittimi e la pesca che ha da poco presentato una proposta di legge per la difesa degli ecosistemi degli abissi marini. Il provvedimento, spiega Science Insider, si muove nella direzione tracciata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che negli ultimi dieci anni ha richiamato l’attenzione più volte sulla necessità di proteggere gli ambienti marini di profondità in acque internazionali, e dovrebbe portare a un giro di vite nei confronti della pesca d’altura, ridimensionando di molto le quote di pescato e imponendo controlli più severi sui tipi di reti utilizzabili.

L’ambiente marino profondo, che comincia al di sotto dei duecento metri di profondità e si estende fino ai fondali oceanici, è un ecosistema particolarmente fragile che ospita un’incredibile collezione di specie viventi, tra cui i due terzi di tutte le specie di coralli del pianeta. Molte di queste forme di vita sono messe in pericolo dai metodi di pesca industriale, come le reti a strascico o le reti da posta fissate ai fondali. Molti dei pesci che vi abitano hanno poi cicli vitali lunghi e un tasso di riproduttività molto basso, caratteristiche che li espongono facilmente all’effetto della pesca eccessiva (overfishing). Infatti, nonostante la quantità di pesce di profondità pescato annualmente in Europa sia abbastanza esigua (34 tonnellate nel 2008), molte di queste popolazioni ittiche sono già al di sotto dei livelli di guardia.

Le disposizioni contenute nella proposta comprendono: l’eliminazione graduale delle licenze per la pesca a strascico in acque profonde a due anni dall’approvazione della proposta; quote di pescato molto ridotte per le specie ittiche di cui mancano dati scientifici affidabili sulle dimensioni della popolazione; l’obbligo di eseguire valutazioni d’impatto prima di aprire nuove zone alla pesca di profondità.

La Commissione Europea è il primo grande organismo internazionale a proporre un divieto per la pesca a strascico di profondità. “Questo è un punto di svolta fondamentale per la protezione degli ecosistemi delle profondità marine”, spiega Les Watling, biologo marino dell’Università delle Hawaii, Honolulu. “Ora si potrebbe sperare in un divieto su scala mondiale, ma non riesco a essere tanto ottimista. Le compagnie che operano nel settore traggono grossi profitti dalla pesca a strascico, e non si arrenderanno facilmente”.

La proposta passerà ora al Parlamento Europeo e al Consiglio dei Ministri e potrebbe essere adottata entro la fine dell’anno. Matthew Gianni, della Deep Sea Conservation Coalition, è però scettico: “È impossibile prevedere quanto tempo durerà il processo legislativo”, ha dichiarato. Le stime di Gianni parlano di almeno 8-12 mesi, il che vorrebbe dire un divieto della pesca a strascico di profondità non prima del 2015.

Riferimenti: Commissione Europea
Science Science Insider

Credit immagine a Alex E. Proimos

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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