La favola di Pinocchio o quella del ragazzo che gridava al lupo racchiudono una verità ben nota ai genitori: i bambini talvolta mentono. Lo fanno ad esempio per compiacere un adulto o per evitare un rimprovero. Sono spesso bugie innocenti, che cominciano già in età prescolare. D’altra parte, gli adulti pensano di essere sufficientemente abili nel riconoscere una menzogna detta da un bambino. E invece non è così, secondo uno studio pubblicato qualche giorno fa su Law Human Behavior.
Si tratta di una meta-analisi, cioè di un lavoro di raccolta e di revisione di articoli scientifici precedentemente pubblicati. In particolare, i ricercatori della School of Social Ecology dell’Università della California di Irvine hanno analizzato 45 ricerche che hanno coinvolto, in totale, poco meno di 10 mila persone e hanno esaminato la capacità degli adulti di discriminare le affermazioni vere, dette da bambini, da quelle false.
Il risultato dello studio, sorprendentemente, dimostra che gli adulti non sono per nulla capaci di riconoscere quando il bambino di fronte a loro sta mentendo. Le affermazioni false sono state smascherate in appena il 47% dei casi. “Avremmo avuto la stessa performance se le persone avessero risposto casualmente” scrivono i ricercatori.
Questo risultato ha importanti implicazioni: riconoscere quando un bambino non è sincero è utile, non solo per l’educazione del bambino stesso, ma anche perché può avere risvolti legali notevoli, ad esempio quando le testimonianze di bambini vengono raccolte nell’ambito di procedimenti giudiziari. Possiamo quindi imparare a riconoscere le bugie? Lo studio californiano suggerisce che si può migliorare con l’esperienza: la pratica di alcune professioni, come poliziotti, assistenti sociali e insegnanti, aumenta la probabilità di identificare le affermazioni false.
Al contrario, essere genitori rende il compito più arduo nei confronti dei propri figli. In un altro studio pubblicato qualche mese fa, i genitori sono risultati più propensi ad attribuire attendibilità alle affermazioni dei loro bambini, indipendentemente dalla loro veridicità, dimostrando come il legame parentale sia un bias importante nel giudizio dell’adulto.
Riferimenti: Law Human Behavior
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