Allarme infanzia nel Congo

Oltre quattro milioni di morti dal 1998 e 1200 decessi al giorno, le metà dei quali riguardano bambini. Sono queste le cifre della guerra nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) contenute nel rapporto ‘Allarme infanzia: Repubblica Democratica del Congo’, presentato oggi a Londra dall’Unicef. In più di dieci anni questo conflitto ha ucciso, ogni sei mesi, più persone di quanto abbia fatto lo tsunami dell’Oceano Indiano, per motivi legati alla violenza, alle malattie e alla malnutrizione. A pagare il prezzo più alto proprio i più piccoli. Le aggressioni sessuali, usate come arma di guerra contro donne e bambini, hanno raggiunto quota 25 mila nel Congo orientale nel 2005. Inoltre i bambini non sfuggono alla condizione di profughi e sfollati: nelle regioni orientali della Rdc 120 mila persone ogni mese vengono sfollate dalle proprie terre e le continue migrazioni impediscono ai bambini di andare a scuola, di ricevere assistenza sanitaria o avere una vita normale. Quasi la metà dei bambini in età di scuola primaria non la frequentano, un bambino su tre con meno di un anno non è vaccinato contro il morbillo e il 31 per cento di quelli sotto i 5 anni risulta gravemente malnutrito, una percentuale che si avvicina alla soglia d’emergenza fissata per le crisi umanitarie. Per circa 30 mila di loro, poi, c’è il rischio di essere arruolati a gruppi o forze armate come combattenti, schiavi sessuali o costretti a seguire le milizie nello spostamento degli accampamenti militari e ad assistere ad atrocità e crimini di ogni tipo. (r.p.)

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