Amazzonia, tutta opera della natura

La foresta amazzonica può essere opera dell’essere umano?L’audace teoria, che da qualche anno infuoca il dibattito tra antropologi, archeologi e biologi sulle origini del polmone verde del mondo, viene ora confutata da una ricerca del Florida Institute of Technology, pubblicata sul Philosophical Transactions of The Royal Society: il contributo umano alla nascita dell’Amazzonia è irrilevante.

L’ipotesi di un modellamento della terra per riceverne maggiori vantaggi da parte delle popolazioni indigene precolombiane, si diffuse tra gli scienziati grazie al libro di Charles Mann del 2005 intitolato: 1491: New revelations of the Americas before Columbus. Oltre ad altre teorie reviosiniste sulla data di ingresso nel continente dei primi abitanti (33.000-43.000 anni fa), sul loro numero (superiore all’intera popolazione europea) e sul loro grado di civilizzazione (tecnologicamente avanzato), l’autore sostiene che gli indigeni d’America, grazie all’impiego del fuoco, “più che adattarsi alla natura, la crearono”. Bruciando ampie zone di piccola vegetazione, avrebbero favorito infatti la diffusione di piante che crescono meglio al Sole inibendo la crescita delle altre. Così sarebbe nato, secondo Mann, il più grande frutteto del mondo.

Ma qualcosa non torna. L’analisi di campioni di polline e di carbone effettuata sui sedimenti del fondale di sette laghi dall’équipe dell’istituto americano guidato da Mark Bush, ha accertato l’effettiva estensione degli insediamenti umani, concludendo che le popolazioni precolombiane non si erano mosse di molto dai loro luoghi d’origine, preferendo restare per lo più nei pressi di un fiume o di un lago. Nessuna traccia, quindi, della massiccia trasformazione del paesaggio ipotizzata da Mann, ma solo un utilizzo limitato e localizzato della foresta.

La ricerca ha preso in esame tre aree, ciascuna con tre o quattro laghi all’interno, uno solo dei quali risulta essere stato occupato e utilizzato per un periodo superiore ai 5.000 anni senza per altro alcun indizio di spostamenti nelle zone adiacenti, neppure negli altri laghi distanti solo otto o dieci chilometri. Un duro colpo anche per chi ha provato a giustificare la deforestazione dell’Amazzonia sostenendone l’origine umana. (g.d.o.)

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