Amicizie influenti

Immaginiamo di dover comprare una macchina. Se il nostro vicino di casa ne ha una che ci piace, probabilmente saremo portati ad acquistare lo stesso modello o la stessa marca, piuttosto che comprarne una che non conosciamo affatto. Questo è solo uno degli esempi riportati su Science in un articolo firmato da Jerker Denrell, docente di Organizzazione del comportamento alla Stanford University in California (Usa), a dimostrazione di quanto le persone sarebbero costantemente influenzate nelle loro scelte dalle informazioni che assimilano senza accorgersene.

Gli studi su come le norme e le credenze si diffondono tra i gruppi sociali e come si trasmettono tra pari o da genitori a figli provano l’importanza dell’influenza sociale. Le spiegazioni di questo fenomeno, però, si concentrano di solito su cosa persuade le persone o perché queste sono portate a conformarsi alle opinioni degli altri. Sebbene importanti, scrive Denrell, queste ricerche hanno trascurato il modo in cui le informazioni vengono raccolte dall’ambiente circostante e concorrano alla nascita di una convinzione errata.

Pensiamo per esempio a un amico che, invitandoci a cena in un ristorante di cui abbiamo un cattivo ricordo, ci fornisce l’occasione per rivalutarlo. Quello che abbiamo, in realtà, è un’esperienza in più su cui basarci per formarci un’opinione ed è probabile che il parere positivo del nostro ospite abbia il suo peso. Secondo il sociologo americano, questo tipo di condizionamento, legato al modo in cui raccogliamo le informazioni per arrivare a una decisione o a un giudizio, è facilmente riscontrabile in diversi frangenti. Un altro esempio? “Tanto maggiore è il numero degli amici che svolgono una stessa attività con successo, tanto più facilmente penseremo di riuscire anche noi in quel campo”, spiega Denrell, che continua: “Al contrario, se solo il dieci per cento delle nostre conoscenze ha successo in una certa impresa, sottostimiamo la possibilità di conseguire un buon risultato. In questo caso il nostro comportamento risulta influenzato dalla grandezza del campione con cui ci confrontiamo”. Le convinzioni errate emergerebbero, quindi, anche perché la ricerca delle informazioni è affetta da questo tipo di errori sistematici. (s.m.)

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