Anche le femmine uccidono

Finora era stato considerato un comportamento patologico, cioè legato a un disturbo mentale. E soprattutto, esibito quasi esclusivamente dagli individui di sesso maschile. In realtà l’infanticidio – diffuso in diverse specie di primati, tra cui quella umana – sembra avere una spiegazione diversa, almeno tra gli scimpanzé allo stato selvatico. Uccidere i piccoli delle femmine rivali, hanno dimostrato Simon Townsend, Katie Slocombe dell’Università scozzese di St. Andrews, insieme al Budongo Forest Project, in Uganda, non è un atto inconsulto di qualche maschio impazzito. E’ invece una strategia freddamente calcolata, messa in atto dalle femmine, per ridurre gli effetti della sovrappopolazione.

La ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati il 15 maggio su Current Biology, è stata condotta sulla comunità Sonso, nella foresta di Budongo. Nel corso delle osservazioni dei diversi esemplari, gli studiosi hanno notato tre infanticidi messi in atto da femmine. In due casi, l’attacco era stato perpetrato da alcune femmine della comunità nei confronti di femmine estranee, cioè non appartenenti allo stesso gruppo. I piccoli erano stati strappati alle madri, ferite nel corso dell’aggressione, e uccisi. In almeno un caso, sottolineano i ricercatori, i maschi presenti alla scena avevano cercato di fermare, senza successo, le femmine responsabili dell’attacco.

Non di comportamenti patologici isolati, dunque, si tratterebbe, né di un sottoprodotto dell’aggressività maschile. Bensì – ipotizzano gli scozzesi – di una parte integrante del comportamento femminile in questa specie, risultato della pressione demografica, e dunque figlio della competizione per salvaguardare le risorse alimentari. In effetti, la comunità di Sonso aveva registrato un significativo incremento della popolazione nei dieci anni precedenti lo studio (42 individui nel 1996, 75 nel 2006), con una variazione importante nel rapporto maschi/femmine, sceso a 1:3. Secondo gli autori, dunque, sebbene nelle femmine di scimpanzé si registrino in genere livelli di aggressività più bassi, la pratica dell’infanticidio mostra che in particolari occasioni i comportamenti violenti non sono esclusivo appannaggio dei maschi. (e.m.)

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