Ancora tracce nel letto dei fiumi

Ceneri e particelle che si sono sprigionate dopo il crollo delle Torri Gemelle di Manhattan hanno formato dei sedimenti sul letto dei fiumi Hudson e New York Harbor. Un gruppo di ricercatori, guidati da Sarah Oklay dell’Università del Massachusetts a Boston (Umb), seguono il destino delle polveri sin dai giorni immediatamente successivi al tragico evento e sostengono, in uno studio pubblicato su EOS, rivista dell’Unione Americana di Geofisica che l’analisi delle particelle servirà a comprendere la dinamica dei processi di dispersione e deposito di contaminanti nei fiumi e nell’ambiente urbano a breve e lungo termine. Attraverso le analisi, i geologi americani affermano di poter valutare l’impatto ambientale e sulla salute umana della catastrofe e anche di allestire dei modelli per prevedere il destino dei contaminanti che potrebbero anche, seguendo il corso delle correnti fluviali, arrivare agli estuari e riversarsi nell’Oceano. Tra le sostanze studiate – calcio, gesso, rame e zinco, e altri materiali usati per costruire i grattacieli. Gli esperti ne hanno rilevate grandi quantità sul lato occidentale di Manhattan con tecniche di monitoraggio basate sulla misura di traccianti geochimici. Col tempo le loro ricerche, secondo le conclusioni preliminari, consentiranno di stabilire se i sedimenti rimarranno indelebili sul fondo dei corsi d’acqua o se, invece, si risospenderanno, cioè si scioglieranno nuovamente nell’acqua, e seguiranno la corrente. (p.m.)

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