Angelina Jolie, perché si è fatta rimuovere le ovaie

“La conoscenza è potere”. Angelina Jolie conclude così il suo intervento sul New York Times, nel quale annuncia di essersi sottoposta a un’ovariectomia preventiva, due anni dopo aver effettuato una doppia mastectomia. Le motivazioni della scelta sono tutte nel primo paragrafo: sfuggire al maggior rischio di soffrire di tumore alla mammella, prima, e ora a quello delle ovaie a causa della mutazione del gene Brca1 presente nel suo patrimonio genico, e che ha contribuito a portarsi via tre membri della sua famiglia (nonna, mamma e zia) di cancro.

La conoscenza cui si riferisce la Jolie non è solo quella di essere portatrice della mutazione del gene Brca1, ma anche di aver potuto valutare la sua condizione con la consulenza di esperti e conoscere le diverse opzioni per la sua situazione. Situazione che parte appunto da una condizione genetica, la mutazione in Brca1.

Il gene Brca1, insieme a Brca2 (BReast CAncer Susceptibility Gene 1 e 2) nella sua normale attività impedisce l’insorgenza di neoplasie controllando la stabilità del dna. Si chiamano per questo geni soppressori dei tumori, ma se sono mutati questa attività difreno viene meno, le cellule accumulano più mutazioni nel dna, comprese quelle che favoriscono la trasformazione neoplastica. Jolie ha scoperto di avere mutazioni a carico del gene Brca1 tramite un semplice test del sangue, attraverso cui la star di Hollywood è venuta a sapere di avere l’87% di rischio di soffrire di cancro al seno, e circa il 50% di quello alle ovaie (mentre nella popolazione in generale questi rischi sono relativamente del 12% e dell’1,4%).

Il rischio di ammalarsi ha quindi spinto l’attrice verso la rimozione delle ovaie e delle tube di Falloppio, soprattutto dopo gli ultimi eventi. Dopo alcune analisi del sangue eseguite nelle scorse settimane – fatte ogni anno per via della citata familiarità – la Jolie ha infatti scoperto che, sebbene i valori di Ca-125 (un marker del tumore ovarico) fossero normali, non lo erano quelli di alcuni marcatori infiammatori, piuttosto elevati. Un indice, forse, della presenza di cancro agli stadi precoci, hanno avvertito i medici. Sono così cominciati gli esami: ultrasuoni, tac, Pet, tutti con esito negativo. Rimaneva comunque una piccola possibilità che il cancro esistesse ancora agli stadi precoci e che fosse sfuggito alle analisi, e si prospettava la possibilità di ridurre il rischio sottoponendosi all’esportazione di ovaie e tube di Falloppio. E la Jolie ha scelto questa opzione: un’operazione meno complessa della mastectomia, ma con effetti ben più complicati, come la menopausa forzata (oltre all’impossibilità di avere altri figli) e l’assunzione di farmaci per mantenere un bilancio ormonale, con i possibili effetti collaterali.

Una parte del rischio è stata rimossa (e anche un piccolo tumore benigno in un’ovaia, ma nulla di più), ma non tutto il rischio. L’attrice rimane infatti suscettibile al cancro, più della popolazione in generale: mutazioni nei geni Brca aumentano, per esempio, il rischio di cancro al peritoneo e al pancreas, ricordanodal National Cancer Institute.

L’ovariectomia sì, riduce drasticamente il rischio di ammalarsi, ma non si tratta di una scelta facile, ribadisce la Jolie: bisogna confrontarsi con gli esperti, pesare le opzioni, e inserire tutto nel quadro della propria vita personale (diverso è l’approccio per chi ha ancora figli non ne ha avuti, di certo). Perché, va detto, l’asportazione delle ovaie e delle tube di Falloppio non è l’unica prevenzione: si può scegliere anche di sottoporsi a controlli frequenti o affidarsi alla profilassi farmacologica. Di nuovo: “la conoscenza è potere”.

Via: Wired.it

Credits immagine: World Economic Forum/Flickr CC

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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