Categorie: Ambiente

Antartide: migliaia di pinguini sono scomparsi

Nel 2011 erano 160.000, ora ne sono rimasti 10.000. A Capo Denison, in Antartide, i Pinguini di Adelia (Pygoscelis adeliae) potrebbero estinguersi nel giro di vent’anni per cause naturali. Tutta colpa di B09B, un gigantesco iceberg di 100km2, secondo lo studio pubblicato su Antarctic Science, dai ricercatori della University of New South Wales e del West Coast Penguin Trust.

L’immenso iceberg dopo 20 anni trascorsi alla deriva si è arenato proprio sul tratto di costa della Baia del Commonwealth, dove vivono questi piccoli pinguini dagli occhi bordati di bianco, costringendoli a compiere viaggi di almeno 60 km per procacciarsi il cibo, e altrettanti per tornare indietro e nutrire i loro piccoli.

120 km al giorno sono decisamente troppi per questi uccelli, abituati a pescare entro 2-3 km dalla colonia: è così che hanno iniziato a morire di stenti.

Durante il censimento a dicembre del 2013, i ricercatori Kerry-Jayne Wilson e Christopher Fogwil hanno trovato centinaia di uova abbandonate e il terreno disseminato di carcasse di pulcini. Sono riusciti a contare solo 5520 nidi ancora attivi: “Cape Denison è stranamente silenzioso ora” spiega Chris Turney, che ha guidato la spedizione 2013. “I pinguini avvistati sono incredibilmente docili, letargici, quasi ignari della nostra esistenza. I pochi sopravvissuti sono chiaramente in difficoltà. E a terra ci sono un sacco di uccelli morti… è uno spettacolo straziante”. Fortunatamente però, a solo 8 km da Cape Denison, nelle vicine isole Hodgeman c’è un altro insediamento di pinguini di Adelia rumorosi e aggressivi come al solito, una colonia senza nidi abbandonati.

L’impatto di B09B nella costa occidentale dell’Antartide, dopo 20 anni trascorsi alla deriva, è stato micidiale: prima si formavano solo ghiacci superficiali che venivano portati a largo dalle correnti, lasciando libero accesso al mare ai pinguini, ora i ghiacci marini a Cape Danison sono in costante espansione.

Secondo lo studio, tra i pochi che mostrano gli effetti dell’arrivo di un iceberg in prossimità di un ecosistema marino, i pinguini di Adelia a Cape Denison non hanno molte possibilità: sono animali sedentari, non migrano, e ritornano nello stesso luogo in cui sono nati per nidificare, sempre con lo stesso compagno.

L’unica speranza per questa colonia è che l’enorme iceberg si spacchi consentendo di attraversarlo, oppure che inizino a migrare. Un’ipotesi da molti considerata la più improbabile, e invece sostenuta dall’esperta di pinguini Michelle LaRue dell’Università del Minnesota. Secondo LaRue, infatti, i pinguini di Adelia mancanti all’appello si potrebbero essere spostati e le carcasse ritrovate non sarebbero per forza segno di un declino catastrofico: “è normale trovare carcasse nei pressi di queste colonie, poiché il clima freddo e secco non ne consente la decomposizione”. “Non so cosa sia successo a questi uccelli, ma nessuno lo sa per certo”, ha continuato LaRue. “Se 150.000 pinguini si sono spostati è un fenomeno davvero interessante. Se i 150.000 pinguini sono tutti morti, si tratta di una perdita enorme, uno scenario apocalittico”, considerando che solo 5 anni fa, l’Antartide contava 7 milioni di pinguini di Adelia.

Credits:  Jason Auch

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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